La spaccatura dei frutti indotta dalla pioggia rappresenta una delle sfide più insidiose nella coltivazione del ciliegio, poiché è capace di compromettere qualità e resa, sia nelle coltivazioni in serra che in pieno campo.
I ricercatori della Northeast Agricultural University (Cina) hanno fatto una ricerca approfondita sul tema, riportando i risultati delle ricerche condotte fino ad ora in merito ai meccanismi fisiologici alla base del fenomeno, mettendo a confronto i due ambienti produttivi e svelando le diverse vie attraverso cui l’acqua penetra e altera la struttura del frutto.
Nelle ciliegie coltivate all’aperto, la spaccatura è legata principalmente al trasporto d’acqua mediato dallo xilema, che aumenta la pressione interna del frutto fino a causarne la rottura.
Al contrario, nelle ciliegie coltivate in serra il problema deriva più spesso dall’assorbimento diretto di acqua attraverso l’epidermide, favorito dall’elevata umidità e dalla minore ventilazione.

Meccanismi e fattori ambientali
L’articolo che è stato pubblicato su Horticultural Plant Journal evidenzia anche importanti fattori ambientali distintivi: all’aperto, la perdita di calcio dal pericarpo e le brusche variazioni di temperatura dovute al vento accentuano la vulnerabilità del frutto; in serra, invece, il diradamento eccessivo può ridurre il carico produttivo, modificando gli equilibri fisiologici e rendendo i frutti più suscettibili.
La spaccatura delle ciliegie è stata identificata come un carattere quantitativo influenzato da molteplici geni e, attualmente, l'implementazione di adeguate pratiche di gestione del ceraseto rimane la strategia più efficace per affrontare questo problema.
Per contrastare il cracking, sono state testate numerose strategie di gestione integrata del frutteto, che spaziano da pratiche agronomiche come la regolazione del carico produttivo, fino a soluzioni tecnologiche e innovative: applicazioni minerali, biostimolanti, regolatori di crescita, antitraspiranti, rivestimenti edibili e sistemi di irrorazione con tecnologie di rilevamento intelligente.
Ogni approccio è valutato per efficacia, adattabilità ambientale, fattibilità tecnica e grado di innovazione, fornendo una panoramica aggiornata delle migliori pratiche a livello nazionale e internazionale, poiché la classificazione e l'analisi di queste strategie di gestione sono di notevole importanza.
Strategie e valutazioni
Ad esempio, il diradamento si dimostra più efficace durante la fase di fioritura, mentre l'applicazione di rivestimenti edibili offre il massimo beneficio durante la fase di fruttificazione.
Un altro aspetto importante riguarda le principali metodologie di valutazione della suscettibilità al cracking. Al momento sono tre – l’indice di cracking (CI), il T50/WU50 e il rapporto di cracking (CR) – e sono stati messi a confronto con l’obiettivo di delineare un quadro standardizzato per il monitoraggio e la ricerca.
Nonostante i progressi, la vulnerabilità al cracking rimane elevata in entrambi gli ambienti colturali: la protezione offerta dalla serra tende infatti a ridursi nel tempo, mentre le condizioni in campo aperto restano fortemente influenzate dagli eventi meteorici.
Le ricerche future dovranno quindi concentrarsi sulle specificità varietali, poiché strategie efficaci su una cultivar possono risultare poco performanti su un’altra.
Prospettive future
Questa consapevolezza è cruciale per i programmi di miglioramento genetico volti a ottenere cultivar resistenti al cracking.
In conclusione, questo lavoro non solo raccoglie e organizza le conoscenze più recenti sul fenomeno del cracking nel ciliegio, ma offre anche una guida strategica per produttori e ricercatori, aprendo nuove prospettive verso una coltivazione più resiliente, sostenibile e di qualità.
Fonte: JOUR, Mechanisms and management strategies for rain-cracking in greenhouse and open-air cherry, Yang, Shuo, Huang, Zilong, Yang, Fuming, Chi, Yujie, Chi, Yuan, Horticultural Plant Journal, 2025, 2025/07/01/, 2468-0141 https://doi.org/10.1016/j.hpj.2025.04.008
Fonte immagine: SL Fruit Service
Melissa Venturi
Università di Bologna
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