Ciliegie cilene: Cina in testa, ma i mercati emergenti chiedono qualità costante

29 set 2025
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Mentre la Cina resta il primo mercato con il 91% delle esportazioni, crescono i Paesi emergenti e con loro la necessità di mantenere elevati standard di qualità e coerenza.

La filiera cilena delle ciliegie affronta una stagione cruciale, tra l’ambizione di espandersi e la responsabilità di consolidare una reputazione costruita su qualità, calibro e disciplina commerciale.

Con un export che continua a puntare forte sulla Cina ma che guarda con crescente interesse ai mercati “No China”, il settore si prepara a nuove sfide strategiche.

Oltre la Cina: i mercati

Durante il seminario Cherry & Kiwi, Cristián Benavente, direttore commerciale di Ranco Cherries, ha sintetizzato l’approccio del comparto: “Non basta avere ciliegie grandi, serve una qualità coerente, stagione dopo stagione”.

Un dato su tutti fotografa il cambiamento in corso: nel 2024 i mercati “No China” hanno registrato un incremento del 53% rispetto all’anno precedente, per un totale di 11,5 milioni di casse, circa 4 milioni in più.

Numeri ancora contenuti se confrontati con quelli cinesi, ma che dimostrano che la diversificazione non è più un’opzione, bensì una necessità strutturale.

La crescita ha portato con sé un aumento della complessità produttiva: in sei stagioni, le casse commercializzate sono passate da poche decine a oltre 125 milioni.

Una trasformazione strutturale

Una trasformazione che richiede un’attenzione sempre più professionale in ogni anello della catena: dalla scelta varietale ai programmi di raccolta, dalla logistica alla segmentazione dei mercati.

“La disciplina commerciale”, sottolinea Benavente, “è oggi il vero fattore di garanzia per il futuro”.

Nel mercato cinese, il calibro della frutta continua a rappresentare una variabile decisiva.

I retailer modulano le loro scelte in funzione dei prezzi, ma la preferenza per le ciliegie di grande pezzatura (2J, 3J e 4J) si consolida, anche in stagioni più complesse.

Il mercato cinese

Il calibro 3J si afferma come lo standard ideale in tutte le città, mentre il 4J conquista spazi nelle metropoli dove il consumatore è disposto a pagare di più per un prodotto premium.

La parola d’ordine è zero difetti: ciliegie con pitting, spaccature, marciumi o colore non uniforme vengono immediatamente scartate.

La varietà Regina, per esempio, richiede un controllo accurato dell’imbrunimento, e il profilo gustativo (equilibrio zuccheri-acidità) deve essere impeccabile.

Anche l’assenza di residui di fungicidi è ormai un requisito irrinunciabile. Dettagli prima trascurabili, come il peso netto insufficiente o la scarsa omogeneità nel calibro, sono oggi motivo di rigetto.

Il valore della qualità

“La consistenza è il nuovo marchio dell’industria cilena”, ribadisce Benavente.

Le statistiche parlano chiaro: le ciliegie di calibro XL, J e 2J+ sono premiate durante tutta la stagione, soprattutto nei contesti più competitivi.

Chi cura ogni dettaglio — dalla selezione alla logistica del freddo, passando per post-raccolta e trasporto — riesce a proteggersi dalle oscillazioni di prezzo e a salvaguardare la propria reputazione.

Tra gli insegnamenti più chiari che emergono:

I mercati “No China” non sono più una nota a margine: impongono una pianificazione specifica in termini di calendari, calibro e branding, con focus su Nord America, Europa e Asia.

Prospettive per il 2025/26

Per la stagione 2025/26, la parola d’ordine sarà: 2J+, fermezza e qualità senza sorprese.

Per l’export cileno, la sfida è duplice: produrre di più, ma soprattutto produrre meglio.

Dal campo allo scaffale, ogni dettaglio conta: solo mantenendo calibro, consistenza, sapore e assenza di difetti sarà possibile confermare il posizionamento premium della ciliegia cilena a livello globale.

La Cina continuerà a essere il cuore pulsante del commercio, ma i mercati emergenti indicano chiaramente la strada della diversificazione come leva di sostenibilità.

La stagione 2025/26 sarà un banco di prova per l’intera filiera: chi saprà rispondere con rigore e professionalità, rafforzerà il ruolo di Cile come leader mondiale delle ciliegie di qualità.

Fonte testo e immagine: lmneuquen.com


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