Al XI Congresso Nazionale di Miglioramento Genetico delle Piante, che si è tenuto a Càceres (Spagna) lo scorso settembre 2024, si è parlato dell'impatto del riscaldamento globale sulla coltivazione del ciliegio. In particolare, sono stati presentati i risultati di uno studio che ha analizzato le necessità di diverse cultivar di ciliegio e il loro possibile adattamento alle mutevoli condizioni ambientali.
Il riscaldamento globale, che sta portando ad un generale aumento delle temperature, sta riducendo anche la durata del freddo invernale, mettendo potenzialmente a rischio la redditività delle varietà di ciliegio nelle regioni tradizionalmente adatte alla loro coltivazione.
La caratterizzazione delle esigenze agroclimatiche sta diventando sempre più importante nei programmi di miglioramento genetico, soprattutto per sviluppare nuove varietà con minori esigenze di freddo. Ciò consente di prevedere l'adattabilità delle varietà alle future condizioni climatiche, guidando una corretta pianificazione dei nuovi ceraseti. Per ottenere questo risultato, bisogna cercare di ridurre la dormienza delle gemme.
Esso è un processo di adattamento al freddo invernale che al tempo stesso è essenziale per la fioritura nella stagione successiva. Viene ulteriormente suddivisa in endodormienza, che consiste nell’accumulo di un certo numero di ore di freddo e in ecodormienza, che richiede un accumulo di ore di caldo prima di far partire la crescita in primavera.
Queste esigenze di freddo e calore, note come esigenze agroclimatiche, sono specifiche per ogni varietà di ciliegio. I ricercatori hanno analizzato le esigenze agroclimatiche di otto varietà di ciliegio, quattro a fioritura precoce e quattro a fioritura tardiva, a Cáceres e Saragozza, le principali regioni produttrici di ciliegie in Spagna.
Il freddo è stato calcolato in "Porzioni Freddo" (PF) e il calore in "GDH" (Growing Degree Hours). I risultati hanno mostrato che a Cáceres, le varietà a fioritura precoce (seconda metà di marzo) richiedevano meno freddo (42-48 PF) e calore (6.600-7.400 GDH) rispetto alle varietà a fioritura tardiva (prima metà di aprile) (48-58 PF e 10.000-11.000 GDH).
Sia a Cáceres che a Saragozza, si è verificata una riduzione del freddo invernale, più evidente nell'ultimo decennio, con Cáceres che presenta inverni più caldi rispetto a Saragozza. A Saragozza, le varietà studiate non hanno mostrato problemi di adattamento negli scenari previsti.
Tuttavia, a Cáceres, le varietà a fioritura tardiva Regina e Lambert (PF ≥ 58) potrebbero incontrare difficoltà nel soddisfare le loro esigenze di freddo a partire dal 2050. La probabilità di soddisfare il fabbisogno di freddo è stata calcolata per ogni località, scenario, modello e orizzonte temporale per valutare l'adattamento delle varietà alle future condizioni.
Sulla base di tutti i parametri considerati è stato ottenuto un indice per esprimere la probabilità di soddisfare il fabbisogno in freddo nelle diverse varietà in esame. Valori di 0,9 indicano che il fabbisogno di freddo non verrebbe soddisfatto una volta ogni dieci anni, rappresentando un rischio significativo per un ceraseto. Pertanto, valori inferiori a 0,9 segnalano problemi di adattamento.
In conclusione, lo studio sottolinea l'importanza di comprendere le esigenze agroclimatiche delle varietà di ciliegio nel contesto del cambiamento climatico. Poiché il riscaldamento globale continua a influenzare i modelli di temperatura, la selezione di varietà adatte alle condizioni locali sarà cruciale per il successo della coltivazione delle ciliegie.
Fonte: Santolaria, N., Castel, L., Rodrigo, J., & Fadón, E. (2024). Impacto del calentamiento global en el cultivo y la mejora del cerezo: necesidades agroclimáticas y adaptación a las nuevas condiciones. En: López, M., Guerra, M.E., Ramos, M. & Galán, A.J. (eds.) (2024). XI Congreso Nacional de Mejora Genética de Plantas: Libro de resúmenes. (pp. 128). SECH.
Immagini: SL Fruit Service
Melissa Venturi
Università di Bologna (IT)
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