In un ceraseto, molteplici fattori influiscono sulla produttività e la qualità dei frutti. Uno studio condotto dal 2010 al 2022 in Moldavia ha valutato l’influenza dei sistemi di coltivazione sull’efficienza produttiva e sulla qualità del frutto in ciliegio dolce, analizzando l’interazione tra combinazioni varietà-portainnesto, forme di allevamento della chioma e distanze d’impianto.
Le varietà studiate, tra cui “Valerii Cikalov”, “Record”, “Ferrovia”, “Kordia”, “Regina”, “Stella”, “Skeena”, “Bigarreau Burlat” e “Lapins”, sono state innestate su portainnesti Cerasus mahaleb L., “Gisela 6” e “MaxMa 14” in diverse combinazioni, e coltivate in sesti d’impianto diversi.
Sistemi di innesto e produttività
I risultati hanno mostrato che le piante innestate su portainnesto Cerasus mahaleb L. garantiscono una crescita più vigorosa e rese medie comprese tra 15,58 e 16,12 t/ha nel periodo di piena produzione, mentre i portainnesti “Gisela 6” e “MaxMa 14” permettono un’entrata in produzione precoce ma con rese leggermente inferiori, comprese tra 12,50 e 14,58 t/ha.
La scelta del sesto d’impianto e della forma di allevamento sono scelte importanti al fine di massimizzare le rese e migliorare la qualità dei frutti. Durante i primi due anni di fruttificazione, la resa per albero non è dipesa dalla distanza tra gli alberi sulla fila, inoltre, a partire dal terzo anno, è aumentata quando la distanza tra gli alberi era maggiore.
Infatti, nel 2015, nella varietà “Bigarreau Burlat”, piantata ad una distanza di 5 x 1,5 m, la resa è stata di 8,56-6,93 kg/albero, mentre gli alberi piantati ad una distanza di 5 x 2,5 m hanno prodotto 10,0-12,75 kg/albero.
Figura 1. Resa dei ciliegi dolci della varietà Bigarreau Burlat in base alla distanza di impianto e alla forma della chioma, kg/albero (portinnesto Gisela 6, età degli alberi: 4-7 anni, Terra-Vitis Ltd).
Effetti della densità d’impianto
Al settimo anno, la differenza di resa era ancora maggiore rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, la produzione per ettaro era maggiore con sesti più densi. In particolare, le varietà “Bigarreau Burlat”, “Ferrovia” e “Lapins”, piantate a 5 x 1,5 m, hanno ottenuto le rese migliori, da 17,98 a 20,07 t/ha, superando del 12,2-24,9% quelle ottenute con sesto 4 x 2.5 m.
Inoltre, le forme di allevamento con chioma compatta hanno favorito una maggiore intercettazione luminosa, una migliore distribuzione delle gemme a fiore ed una fruttificazione più uniforme.
Figura 2. Resa dei ciliegi dolci della varietà Bigarreau Burlat in base alla distanza di impianto e alla forma della chioma, t/ha (portinnesto Gisela 6, età degli alberi: 4-7 anni, Terra-Vitis Ltd).
Qualità dei frutti e gestione della chioma
Lo studio ha anche evidenziato l’impatto della dimensione e della posizione dei rami sulla qualità dei frutti: rami lunghi 30-40 cm e orientati verso l’alto hanno prodotto ciliegie di qualità superiore rispetto ai rami più corti.
Infatti, all'aumentare della lunghezza dei rami (40 cm), il diametro delle ciliegie, il loro peso ed il contenuto di solidi solubili sono aumentati rispetto alle ciliegie cresciute su rami annuali più corti.
Il contenuto in solidi solubili (SSC) ha raggiunto valori fino a 18,6 %Brix in fase di maturazione avanzata, in corrispondenza del cambio di colore dell’epidermide dei frutti, ciò suggerisce che questo parametro può essere importante per la determinazione del momento ottimale di raccolta.
Sistemi intensivi e sostenibilità
In condizioni climatiche favorevoli e con una corretta gestione agronomica, i sistemi intensivi si sono dimostrati sostenibili. Lo studio conclude sottolineando che i moderni sistemi di coltivazione integrata basati su sesti d’impianto ristretti e forme di allevamento della chioma semplificate possono assicurare una precoce entrata in produzione, elevati standard qualitativi e buone rese.
L’identificazione di combinazioni varietà-portainnesto ottimali e l’adattamento dei sistemi colturali al contesto pedoclimatico sono fondamentali per garantire ceraseti con elevata competitività nel lungo periodo.
Fonte: Balan, V., Vămășescu, S., Buză, C., Talpalaru, D., & Russ, S. (2024). The impact of the cultivation system on the yield and quality of sweet cherries. Scientific Papers. Series B. Horticulture, 68(2).
Fonte immagini: Balan et al., 2025; SL Fruit Service
Andrea Giovannini
Università di Bologna
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