La produzione di portainnesti in grado di ridurre la vigoria dei ciliegi attualmente sta riscontrando una significativa domanda di mercato, poiché il progressivo aumento della densità dei ceraseti richiede piante di dimensioni ridotte rispetto a quelle presenti nei ceraseti tradizionali.
Tuttavia, la validità per la coltivazione in vivaio non è ancora stata confermata. Le tecniche di produzione spesso dipendono da costose colture in vitro. Il portainnesto primario, denominato "Colt", è stato ampiamente utilizzato nel settore vivaistico, costituendo l'88% di tutti gli alberi qualificati nel 2020.
Le ultime tendenze però mostrano una predilezione verso i portainnesti in grado di ridurre la vigoria complessiva della pianta, e "Colt" non rientra in questa classificazione. Numerosi studi hanno fornito prove empiriche a sostegno dell'idea che i portinnesti abbiano un ruolo importante nell’influenzino le caratteristiche di crescita del ciliegio
In questo contesto, l'esperimento in vivaio condotto dai ricercatori dell’Università di Poznań (Polonia) ha avuto l’obiettivo di osservare i modelli di crescita dimostrati dagli alberi di quattro distinte varietà innestate su diversi portainnesti e, allo stesso tempo, di mettere a confronto i portainnesti prodotti con metodologie in vitro con quelli ottenuti con metodi più economici che prevedono l'uso di talee di fusto.
Lo studio è stato condotto durante due cicli di produzione (2018-2020) in cui sono stati coltivati alberi di un anno di quattro distinte varietà di ciliegie ("Bellise", "Earlise", "Lapins", "Vanda") utilizzando metodi in vitro e portainnesti derivati da talee di germoglio. I portainnesti utilizzati sono stati "Gisela 5", "Krymsk 5" e "Pi-ku 1".
In generale, i portainnesti ottenuti con metodi in vitro hanno permesso di ottenere una percentuale più elevata di piante. In generale, i portainnesti ottenuti con metodi in vitro hanno prodotto una percentuale maggiore di piante. La percentuale di piante innestate è stata più alta quando si sono utilizzati i portainnesti "Pi-ku 1" o "Gisela 5", anche se l'altezza delle piante alla fine dell'esperimento era ridotta.
Importante aggiungere anche che, nel corso di più anni e nella maggior parte delle varietà esaminate, i portainnesti ottenuti con le tecniche in vitro hanno mostrato un migliore sviluppo degli alberi, come evidenziato da una maggior crescita dei germogli laterali e dall'aumento del diametro del tronco.
Nel dettaglio, gli alberi giovani innestati su "Krymsk 5" hanno dimostrato un grado di vigoria eccezionalmente elevato, presentando anche il numero maggiore di germogli laterali nella maggior parte delle varietà, specialmente quando il portainnesto era stato ottenuto con tecniche in vitro. Comunque, la tendenza a formare germogli laterali può essere invertita successivamente con una buona gestione in campo, poiché essa è influenzata anche da molteplici altri fattori come la qualità del suolo e le condizioni climatiche.
Inoltre, sono state osservate variazioni nei processi fisiologici degli alberi in risposta al portainnesto utilizzato. Gli alberi innestati sul portainnesto "Krymsk 5" hanno mostrato mediamente valori più bassi di traspirazione, conduttanza stomatica e tasso di CO2 intercellulare.
Questa scoperta però non è coerente con il massimo sviluppo osservato nei giovani alberi cresciuti sullo stesso portainnesto. Dall’altro lato, l'utilizzo del portainnesto “Pi-ku 1” ha prodotto i valori più bassi di fotosintesi netta. Studi condotti precedentemente da altri ricercatori hanno dimostrato come alti tassi fotosintetici portino ad un maggiore sviluppo vegetativo nelle nuove piante.
In conclusione, Krymsk 5 si è dimostrato il portainnesto più vigoroso tra quelli testati, in grado anche di ridurre il tasso di traspirazione fogliare mantenendo comunque ottimi tassi di fotosintesi e di crescita vegetativa.
Fonte: Sławomir Świerczyński, Department of Ornamental Plants, Dendrology and Pomology, Poznań University of Life Science, ul. J.H. Dąbrowskiego 159, 60-995 Poznań https://orcid.org/0000-0002-2754-9576
Melissa Venturi
Università di Bologna (IT)
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