La scelta del portinnesto è una tra le più strategiche nella moderna cerasicoltura, specialmente in contesti pedologici difficili ed in impianti ad alta densità.
Un recente studio condotto in Serbia ha analizzato 14 portinnesti, 11 clonali e 3 franchi, valutandone gli effetti sulle caratteristiche fisiche, chimiche e nutrizionali dei frutti, utilizzando la cultivar autofertile “Grace Star”, in coltivazione su suoli pesanti, acidi e privi di irrigazione.
I risultati ottenuti nelle annate al 5° e 6° anno dall’impianto offrono spunti interessanti, confermando come portinnesto, anno e interazione tra i due fattori possano modificare in modo significativo le proprietà del frutto.
Fruttificazione della cv Grace Star
Le differenze tra i portinnesti
Innanzitutto, lo studio mostra che nessun portinnesto può essere considerato ideale per tutte le caratteristiche del frutto: ogni combinazione influenza in modo diverso peso, dimensione, contenuto di zuccheri, acidità, composti fenolici e capacità antiossidante.
Dal punto di vista fisico, le migliori performance in termini di pezzatura (come peso fresco e dimensioni) sono state ottenute dal portinnesto “Cigančica”, seguito da “Mirabolano” e, in parte, da “Adara”.
Si tratta di portinnesti caratterizzati da vigoria intermedia o medio-elevata, che sembrano riuscire ad adattarsi a condizioni pedologiche difficili, supportando un adeguato sviluppo del frutto e, di conseguenza, una buona produttività.
Tuttavia, è stato evidenziato che sia “Cigančica” sia “Adara” presentano un’elevata produzione di polloni, caratteristica che può limitare il loro valore agronomico. Mentre, per quanto riguarda il mirabolano, la compatibilità a lungo termine con la cultivar necessita ulteriori verifiche.
Qualità dei frutti e caratteristiche nutrizionali
All’estremo opposto, il portinnesto “PHL-A” ha mostrato una tendenza a produrre frutti più piccoli, con minori dimensioni e minore lunghezza del peduncolo.
Tuttavia, questo portinnesto si è distinto per delle migliori caratteristiche qualitative: maggior contenuto in solidi solubili, ceneri e livelli più elevati di metaboliti secondari, come antociani, polifenoli e flavonoidi.
Dal punto di vista degli antiossidanti, i frutti dai portinnesti “PHL-C” e “Cigančica” hanno mostrato una minor capacità antiossidante, mentre “Gisela 6”, “PHL-A”, “Oblačinska” e “Krymsk 6” sono risultati tra i portinnesti che portavano a valori più alti.
Questo dato conferma come portinnesti più deboli o moderatamente vigorosi possano favorire l’accumulo di composti fenolici, sebbene spesso a scapito della pezzatura.
Vaso multiasse cv Grace Star su Golt
L'effetto dell'annata e le conclusioni
L’effetto dell’anno è risultato significativo per molte variabili: in generale, nel secondo anno di osservazione sono stati registrati valori più elevati di peso, contenuto di zuccheri, acidità e composti fenolici; questo evince l’importanza delle condizioni climatiche stagionali e della fenologia sulle caratteristiche del frutto.
L’assenza di interazioni significative per alcune variabili, in particolare per i metaboliti secondari, indica che l’effetto del portinnesto è stato in parte stabile nel tempo.
Le conclusioni dello studio confermano l’impossibilità di identificare una combinazione portinnesto-cultivar universalmente ottimale.
In generale, i portinnesti più vigorosi (e quelli meno produttivi) hanno migliorato le caratteristiche fisiche dei frutti (es. dimensioni), mentre quelli meno vigorosi hanno incrementato la qualità ed il valore nutrizionale.
Inoltre, la gestione agronomica può svolgere un ruolo determinante: potature energiche, diradamento e impiego di tecniche irrigue e nutrizionali mirate possono compensare e correggere gli squilibri introdotti dalla combinazione cultivar-portinnesto.
In un contesto in cui la qualità delle ciliegie ha un peso importante sia per il mercato fresco che per l’industria, la scelta del portinnesto risulta ancora più importante, soprattutto in terreni difficili.
La sfida non è individuare il portinnesto “migliore”, ma quello più adatto alle condizioni pedoclimatiche, alla cultivar e all’obiettivo produttivo aziendale.
Fonte: Milošević, T., Milošević, N., Miletić, N., & Ilić, R. (2025). Rootstocks as factors influencing the fruit quality and antioxidant activity of ‘Grace Star’ sweet cherry. Journal für Kulturpflanzen, 77(01), 47-61. https://doi.org/10.5073/JfK.2025.01.07
Fonte immgini: SL Fruit Service
Andrea Giovannini
Università di Bologna
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