Virus e batteri simbionti in Drosophila suzukii: nuove scoperte e prospettive per la difesa

03 lug 2025
224

Drosophila suzukii, conosciuta anche come moscerino dei piccoli frutti, è un insetto invasivo che causa gravi danni produttivi a livello globale, in particolare a specie di interesse frutticolo come ciliegio e frutti di bosco.

Un recente studio condotto su popolazioni di D. suzukii in Canada e Germania ha permesso di identificare nuovi virus che infettano questo insetto. In particolare, i ricercatori hanno studiato la possibile interazione tra questi virus ed il batterio endosimbionte Wolbachia, noto per la sua capacità di conferire protezione antivirale.

I ricercatori si sono concentrati su popolazioni selvatiche di D. suzukii, studiando se la presenza di Wolbachia potesse ridurre l’infezione da virus naturali, e oArire così un possibile vantaggio che spiegherebbe la persistenza del batterio nell’insetto ospite.

Nuovi virus scoperti

Grazie a tecniche avanzate di sequenziamento di nuova generazione (NGS) è stato possibile ottenere un quadro dettagliato del viroma di D. suzukii, rilevando otto virus candidati a RNA e due a DNA, molti dei quali segnalati per la prima volta in questa specie.

Il virus RNA più abbondante è risultato essere il “Teise virus”, appartenente al gruppo dei Sobemo-like virus (famiglia Luteoviridae), già noto per la sua associazione con D. suzukii in altre aree geografiche.

I risultati hanno mostrato che la presenza di Wolbachia non era associata ad una minore incidenza del Teise virus nelle popolazioni analizzate in British Columbia (Canada), mentre in Germania si è osservata una tendenza — non statisticamente significativa — verso una minore frequenza del virus negli insetti dove era presente Wolbachia.

Ruolo di Wolbachia

Questo suggerirebbe che l’eAetto protettivo del batterio dai virus naturali potrebbe essere assente o debole, almeno nei contesti e per i virus esaminati.

Tuttavia, esperimenti su linee di D. suzukii allevate in laboratorio per 17 generazioni hanno mostrato che in alcune linee la presenza di Wolbachia ha coinciso con la scomparsa dell’infezione da Teise virus, mentre in assenza del batterio il virus è stato mantenuto stabilmente.

Questa osservazione apre la possibilità che Wolbachia possa interferire con la trasmissione o la persistenza del virus nel lungo termine, pur non oArendo una protezione evidente a livello delle popolazioni naturali in tempi brevi.

Inoltre, lo studio ha identificato due candidati virus a DNA a bassissima prevalenza, tra cui un nudivirus correlato a quelli già noti per infettare altre specie di Drosophila, ma i tentativi di isolarli o caratterizzarne ulteriormente il potenziale patogeno non hanno avuto successo.

Prospettive future

Lo studio sottolinea l'enorme diversità virale presente in D. suzukii e la necessità di ulteriori studi per comprendere il reale impatto dei virus scoperti sul fitofago ed il loro potenziale come agenti di biocontrollo.

Queste ricerche rappresentano un primo passo verso l’individuazione di virus patogeni che potrebbero essere utilizzati per sviluppare bioinsetticidi specifici contro D. suzukii, integrando così le strategie di lotta integrata.

Rimane fondamentale comprendere più a fondo i meccanismi di interazione tra virus, simbionti e ospite, soprattutto in relazione alla variabilità geografica e alle dinamiche delle popolazioni.

In conclusione, sebbene la protezione dai virus conferita da Wolbachia in Drosophila suzukii in natura appaia limitata, queste conoscenze potrebbero avere un’importanza strategica per future applicazioni biotecnologiche.

Fonte: Dudzic, J. P., McPherson, A. E., Taylor, K. E., Eben, A., Abram, P. K., & Perlman, S. J. (2025). Candidate DNA and RNA viruses of Drosophila suzukii from Canada and Germany, and their interactions with Wolbachia. Journal of Invertebrate Pathology, 108274. https://doi.org/10.1016/j.jip.2025.108274 

Fonte immagine: Dudzic et al., 2025

Andrea Giovannini
Università di Bologna


Italian Berry - Tutti i diritti riservati

Potrebbe interessarti anche

Acido fenilattico per conservare le ciliegie dolci: lo studio tra Cina e Stati Uniti

Post-raccolta​

15 lug 2025

Uno studio tra Cina e USA dimostra che il trattamento con acido fenilattico (PLA) migliora la conservazione delle ciliegie dolci, prolungandone freschezza, aroma e qualità nutrizionale. La concentrazione ottimale di 8 mmol·L-1 garantisce efficacia senza alterazioni visive.

Ecco come le coperture in plastica combattono il cracking e lo stress abiotico nel ciliegio dolce

Coperture

02 dic 2024

In un intervento sull'argomento al seminario “Stress abiotico negli alberi da frutto” Marlene Ayala ha riassunto alcune delle principali scoperte in relazione ai fattori abiotici che possono avere un serio impatto sulla protezione della coltura.

In evidenza

Coltivare ciliegie in Columbia Britannica: sfide climatiche e innovazione agricola

Produzione

24 lug 2025

La famiglia Shukin coltiva ciliegie nella Columbia Britannica affrontando eventi climatici estremi e adottando pratiche agricole innovative. Dalla scelta varietale alla post-raccolta, un modello resiliente per il futuro della frutticoltura sostenibile nel Canada occidentale.

Coatings commestibili per prolungare la conservazione delle ciliegie

Post-raccolta​

24 lug 2025

Uno studio condotto in Turchia e Romania dimostra che i rivestimenti commestibili a base di chitosano, selenio e olio essenziale di timo possono prolungare la freschezza delle ciliegie dolci e ridurre gli sprechi durante la conservazione post-raccolta fino a cinque giorni.

Tag Popolari