Luca Casoli
Consorzio Fitosanitario Provinciale di Modena
Esperienze di applicazione di reti antinsetto multifunzionali, controllo biologico territoriale e tecnica attract & kill a Vignola
Il progetto di studio relativo alla gestione integrata del ciliegio sta entrando nel terzo anno del programma di lavoro. Analogamente ad altre colture frutticole, anche per il ciliegio, il controllo attraverso l’integrazione di tecniche a basso impatto, costituisce un aspetto prioritario.
In particolare, il moscerino dei piccoli frutti (Drosophila suzukii) è una avversità che richiede e giustifica un ulteriore attenzione in ragione della fase fenologica avanzata nella quale l’insetto diviene dannoso.
In questo contesto si apre la terza stagione di attività sperimentali volte alla valutazione di un sistema integrato di contenimento di D. suzukii che punta a coniugare tecniche attive, passive e di riequilibrio a livello agro-ecologico. Un programma sicuramente ambizioso ma strategico per la piena valorizzazione di questa produzione frutticola che vede in prima linea il Consorzio fitosanitario provinciale di Modena, il Settore fitosanitario e difesa delle produzioni Regionale, il Consorzio della ciliegia della susina e della frutta tipica di Vignola, l’Amministrazione comunale di Vignola con il pieno supporto finanziario della Regione Emilia Romagna.
Il programma di lavoro intrapreso nel 2021 ha visto la realizzazione di coperture con reti multifunzionali di più tipologie applicate in differenti configurazioni, con l’obbiettivo di valutare quale sia il contributo nella riduzione di deleterie fisiopatie quali il cracking dei frutti e nel contempo la protezione nei confronti delle infestazioni di D. suzukii. L’esperienza delle prime due stagioni si è realizzata nei campi collezione varietali divenendo ulteriormente propedeutica alla valutazione dell’adattabilità delle nuove cultivar alla coltivazione sotto rete. A tal fine gli impianti sono stati dotati di una raffinata rete di raccolta di dati che consente il raffronto con le condizioni esterne.
Si fa riferimento ad un sistema integrato di gestione in quanto il progetto abbina la protezione offerta dalle reti multifunzionali all’integrazione di soluzioni insetticide a basso impatto basate sulla tecnica attract & kill a cui si affianca la gestione territoriale attraverso uno specifico intervento di lotta biologica autorizzato dal ministero dell’ambiente che punta alla biodiversità e al raggiungimento di un equilibrio nell’agroecosistema.
Il progetto originario non contemplava un programma di lotta biologica territoriale ma in funzione del comportamento di Drosofila, che analogamente a Cimice asiatica può essere considerata una specie di territorio, si è ritenuto strategico puntare all’introduzione di un parassitoide che rafforzasse l’azione delle specie indigene. A tal proposito è nata una collaborazione con la fondazione Edmund Mach e UniBO che ha portato alla richiesta e successivo conseguimento delle autorizzazioni per il rilascio di Ganaspis brasiliensis negli ambienti naturali circostanti l’area cerasicola ove la specie può moltiplicarsi indisturbata parassitizzando le popolazioni di D. suzukii che insistono su essenze autoctone quali Mora, Sambuco, Edera, ecc.
Le prime stagioni hanno consentito di raccogliere dati interessanti e di prospettiva, sia dal punto di vista delle condizioni ambientali all’interno delle coperture e della conseguente adattabilità delle piante all’ambiente protetto nonché relativamente alla concreta possibilità di una concreta riduzione degli interventi di difesa.
Le attività proseguiranno con l’obbiettivo di ottimizzare questa gestione integrata e nel contempo raccogliere conferme di quanto già osservato negli scorsi anni.
Come da programmi, nel 2023 è stato realizzato un ampliamento dell’area sperimentale dimostrativa attraverso la realizzazione e valutazione di altri impianti coperti con materiali e sistemi di chiusura delle reti innovativi, la verifica della complementarietà della strategia attract & kill e la prosecuzione del programma di lotta biologica territoriale.
Insomma, una concreta esempio del concetto di integrazione di tecniche fra loro complementari dalla quale si stanno raccogliendo significativi riscontri sulla possibilità di garantire una protezione efficiente e nel contempo sostenibile.
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