Come aumentare l’utile marginale nel ciliegio: strategie, costi e sistemi vincenti

09 ott 2025
20

Il costo maggiore nella coltivazione del ciliegio è rappresentato dalla manodopera, quindi migliorarne l’efficienza si traduce in un grande contributo al risultato produttivo ed economico. Questo è importante, ma non sufficiente. Bisogna anche concentrarsi sulle pratiche colturali efficaci. Il noto accademico e consulente Óscar Carrasco svela importanti suggerimenti per raggiungere questi obiettivi.

Carrasco, professore di frutticoltura dell’Università del Cile e consulente, ha pubblicato e presentato in diverse conferenze la sua visione su come ridurre i costi nella coltivazione del ciliegio. Si tratta di un aspetto cruciale oggi, soprattutto ora che i margini si sono ridotti o, in alcuni casi, sono diventati negativi.

Quest’anno i produttori si sono trovati ad affrontare restrizioni nelle fonti di finanziamento, che hanno iniziato a percepire rischi di mercato in un settore dove, fino a poco tempo fa, le uniche minacce erano rappresentate dal clima e dalla pandemia.

Immagine 1. Óscar Carrasco 

Efficienza della manodopera

“Le aziende hanno cercato di finanziare la manodopera con le poche riserve disponibili,” osserva Carrasco, “perché va pagata immediatamente. Gli input, invece, si possono negoziare con i fornitori, concordare scadenze, pagare interessi. Un budget ristretto si traduce in difficoltà a trattenere il personale, con una forte rotazione. Restano i meno qualificati, con minori competenze, e diventa molto difficile gestire quel lavoro. Gli amministratori stanno attraversando momenti difficili.”

“Per aumentare l’efficienza della manodopera, è necessario semplificare al massimo le istruzioni. Come farlo?”

“Oggi molti operai agricoli sono immigrati, con basso livello di istruzione e senza esperienza nelle colture frutticole cilene. Inoltre, chi lavora in modo discontinuo – con pause di settimane o mesi – dimentica quasi tutto ciò che ha imparato. Lo vediamo chiaramente, anche in abitudini semplici come il rispetto degli orari. Sono tutte cause di bassa produttività della manodopera. La soluzione è evitare compiti complessi e fornire istruzioni binarie, del tipo tutto o niente.”

Istruzioni e controllo degli errori

Cercare la perfezione porta a più errori. Carrasco fa l’esempio della spuntatura delle ramificazioni:

“Non si deve dare un’istruzione tipo: ‘spuntare quelle più lunghe e lasciare le altre’. L’ordine dev’essere: o si spuntano tutte le ramificazioni oppure nessuna.”

“Quando si cerca di essere perfezionisti, alla fine è peggio – afferma – si commettono più errori. Lo abbiamo visto ripetutamente nelle mele, e ora anche nelle ciliegie.”

Un’istruzione binaria rende evidenti gli errori e facilita il controllo. Se si chiede di spuntare tutte le ramificazioni, è facile vedere quelle lasciate intatte. E viceversa, se si decide di non spuntare, eventuali tagli evidenzieranno l’errore.

Immagine 2. L'asse singolo richiede un investimento relativamente basso per la formazione dell'albero.

Il metodo a tandem

Per compiti più complessi, Carrasco propone un sistema a tandem:

  • Un primo gruppo esegue un’istruzione binaria;
  • Un secondo gruppo segue con un’attività complementare unica.

“Per esempio, una squadra viene formata solo per rimuovere i rami più spessi, osservando esclusivamente il diametro. Se diciamo ‘togliete il ramo più grande’, ognuno interpreta in modo diverso. Meglio dire: ‘togliete il ramo più grosso’.”

Il secondo gruppo si occupa solo di eliminare i succhioni verticali.

Il terzo esegue spuntature o piccoli tagli: questi sono i veri potatori. Gli altri “preparano il palcoscenico”.

Istruzioni chiare e semplificate

“Parliamo molto con i capisquadra, chiediamo loro come spiegherebbero il lavoro al potatore. Li invitiamo a darci l’istruzione direttamente. A volte nemmeno loro hanno chiaro il concetto, si confondono. Se la persona che deve dare istruzioni non è chiara o precisa, si faranno molti errori. Però è importante anche ascoltarli: spesso hanno idee per semplificare ulteriormente le indicazioni. Ci prendiamo il tempo per valutare quali istruzioni funzionano meglio.”

“Non tutte le indicazioni possono essere binarie, ma in quei casi serve personale più preparato, squadre specializzate. Scrivere un protocollo è utile – afferma Carrasco – ma dev’essere breve, poche frasi. Altrimenti l’operatore si perde. Ho visto protocolli di due pagine: non servono a nulla.”

Immagine 3. Chi lavora in modo discontinuo, con pause di settimane o mesi, dimentica quasi tutto quello che ha imparato. tutto quello che hanno imparato. La soluzione è dare istruzioni il più possibile semplici.

Tempismo ed efficienza economica

“Se ti ritardi, ti costa di più.” Questo vale per ogni operazione. “Nel controllo delle infestanti è evidente: se non lo fai in tempo, le erbacce diventano resistenti, servono più prodotti, più acqua, i risultati sono peggiori e devi ripetere il trattamento due o tre volte.”

Lo stesso vale per il diradamento tardivo, che porta a frutti di calibro inferiore, con conseguenti minori entrate.

“L’obiettivo è evitare la raccolta di frutti piccoli, che non coprono i costi o non si vendono. Bisogna puntare a produrre la più alta percentuale possibile di frutti di grande calibro. Tutto dipende da potatura, nutrizione, irrigazione e gestione generale.”

“Alla raccolta, però, ci sarà sempre una parte di frutti piccoli, L e XL. Ci sono zone con alberi deboli o malati: meglio non raccoglierli. Se un albero ha solo frutti piccoli, saltarlo. A volte anche all’interno dello stesso albero ci sono rami con frutti senza calibro o colore: vanno lasciati lì. Il limite è 2J, cioè da 28 mm in su.”

Sistemi di allevamento

Chi lavora in modo discontinuo, con pause di settimane o mesi, dimentica quasi tutto ciò che ha imparato. La soluzione è dare istruzioni il più semplici possibile.

Secondo Carrasco, sistemi come il V-trellis o il KGB permettono una maggiore efficienza della manodopera durante la raccolta, poiché tutta la frutta si trova su un’unica linea. Tuttavia, richiedono un investimento iniziale più elevato o risultano più difficili da formare.

Il monoeje, così diffuso nel paese, è gestito in modo molto tridimensionale: ogni ramo si suddivide in rami secondari e terziari, rendendo l’albero complesso nella struttura e difficile da gestire con istruzioni semplici. Tuttavia, esistono alternative per condurlo diversamente.

“Anche se ovviamente è tridimensionale, si possono mantenere i rami lineari o tubolari come li abbiamo chiamati, ma serviranno più spostamenti delle scale per girare attorno all’albero. Ogni ramo viene lavorato come se fosse un tubo con rametti e frutta vicini alla branca principale, migliorando l’efficienza del sistema. Nella potatura, bisogna portare i rami fruttiferi il più vicino possibile alla branca, affinché si formi questo ‘tubo’.”

Immagine 4. Sovraccarico nelle Lapine. La potatura e il diradamento delle gemme sono strumenti fondamentali per evitare una fruttificazione eccessiva. 

Investimenti e rese

“Mi è sempre piaciuto il monoeje – prosegue –. Si può mantenere basso, si ottiene un albero ‘amichevole’, soprattutto durante la fase di formazione. Sistemi come il V-trellis sono molto efficienti per la raccolta, ma richiedono investimenti elevati: molte giornate per la formazione, per i legacci… L’asse centrale è più semplice. E oggi i produttori non sono in grado di affrontare grandi investimenti, salvo le aziende molto grandi, già ben consolidate.”

Carrasco, nei suoi interventi e pubblicazioni, sottolinea l'importanza di concentrarsi sui costi diretti che aggiungono valore certo alla qualità e quantità del prodotto.

– Quali costi aggiungono valore e quali sarebbe opportuno rivedere, ad esempio?

“Una potatura eseguita correttamente aggiunge valore, perché elimina il legno debole e lascia l’albero in condizioni migliori per ottenere frutti di calibro elevato. Il diradamento delle gemme, o ‘diradamento cinese’, sicuramente apporta benefici, migliorando il rapporto foglia/frutto.”

“Al contrario, i diradamenti dei fiori e dei frutti danno un apporto marginale, perché hanno un effetto molto limitato sul calibro e richiedono molte giornate di lavoro. Lo stesso discorso vale per i fertilizzanti: superata una certa soglia, non aggiungono più valore ma aumentano solo i costi.”

Ottimizzazione varietale e reimpianto

“Molte applicazioni fogliari cosmetiche non migliorano né il calibro né la condizione della frutta; magari l’albero sembra più bello, ma il risultato economico non cambia. È compito delle aziende fornitrici dimostrare, con prove di 2-3 anni, che i loro prodotti incidono su parametri come il calibro o i solidi solubili.”

Anche i regolatori di crescita e gli omogeneizzatori di germogliamento (che possono costare oltre 500 dollari/ha a trattamento – circa 470 €/ha) devono essere giustificati accuratamente, mai applicati "per sicurezza".

Analizzando i risultati delle liquidazioni per calibro e percentuale di confezionamento, Carrasco conclude che queste variabili – soprattutto il calibro – sono quelle che aumentano maggiormente l’utile marginale.

“Tra un calibro 26 (J) e un 28 (2J) la differenza può essere di 2 dollari/kg (circa 1,90 €/kg). Tra un 26 e un 30, la differenza può arrivare anche a 4 dollari/kg (circa 3,80 €/kg).”

– È possibile puntare oltre il 2J?

“L’obiettivo è raggiungere l’80% di frutti 2J nella frutta confezionata. Se ci si arriva, si è già molto vicini al massimo ottenibile. La maggior parte dei frutteti è tra il 60 e il 70% di 2J: serve fare il salto verso l’80%.”

“Questo si ottiene prima di tutto con potature piuttosto severe, come quelle che stiamo facendo quest’anno, riducendo la produzione a 15.000 kg/ha, o anche 12.000 kg/ha in alcuni casi. In passato produrre 20-25 tonnellate era un ottimo affare. Oggi, se mandi sul mercato frutta di piccolo calibro, perdi soldi: ed è già successo.”

– Ma una Lapins non è come una Regina…

“Con Regina, la sfida è molto più grande. Raggiungere i 28 mm di calibro è più difficile. In quel caso, arrivare al 70% di frutti 2J o più grandi è già un ottimo risultato.”

Tabella 1. Effetto di un cambiamento nella gestione dei costi sull’utile marginale.

Espianto e varietà future

Chi intende continuare a operare nel settore può valutare la possibilità di rimpiazzare gli impianti con una combinazione più adatta varietà/portainnesto, in grado di migliorare il potenziale produttivo e la qualità dei frutti.

Considerazioni per l’espianto e il reimpianto

Per quanto possa sembrare una scelta difficile, secondo Carrasco non c’è altra soluzione se non espiantare le piante quando queste non garantiscono la resa attesa o non raggiungono i calibri e le percentuali di esportazione richieste.

– Si espianta l’intero frutteto, un appezzamento, alcune file, solo gli alberi peggiori?

“Tutte le opzioni, a seconda delle circostanze. In alcuni casi abbiamo espiantato interi appezzamenti situati in terreni di scarsa qualità. In frutteti misti, dove si coltivavano due varietà, abbiamo rimosso solo le file di una di esse.

In altri casi, abbiamo eliminato settori parziali, come zone basse soggette a ristagni idrici o danni da gelo. L’operazione viene pianificata lasciando porzioni ben definite (a quadranti) per ottimizzare l’uso della meccanizzazione e tenendo conto del layout dell’impianto irriguo: non conviene lasciare alberi isolati. Per chi desidera continuare nel settore, c’è la possibilità di reimpiantare."

“Per esempio, una Santina che produce frutti di calibro piccolo su un portainnesto molto debole come Gisela 6, può essere espiantata e reimpiantata con un portainnesto più vigoroso, come Colt. L’efficacia della fumigazione del terreno per prevenire fenomeni di allelopatia non è ben dimostrata nel ciliegio.

È necessario fare ammendamenti al suolo, aggiungere sostanza organica in abbondanza, con alti livelli di fosforo, e integrare funghi e batteri benefici per migliorare la microbiologia del terreno. Tutto ciò aiuta gli alberi a tollerare meglio le condizioni da reimpianto.”

“L’ideale sarebbe prendersi un anno:

  • lavorare a fondo il terreno,
  • rimuovere le vecchie radici,
  • apportare letame,
  • aggiungere fosforo,
  • a volte seminare un inerbimento temporaneo tra le file.”

Scelte varietali e strategie

– Quali sono oggi le tue scelte varietali e di sistema di allevamento per ottimizzare le variabili che incidono di più sull’utile marginale?

“A seconda della zona, punterei su un ventaglio di varietà precoci e di media stagione che siano produttive e con buon calibro. Varietà come Pacific Red o Sweet Aryana hanno potenziale e calibro, anche se serve ancora valutarne la tenuta: in volumi ridotti possono essere spedite via aerea, ma con spedizioni marittime su larga scala possono emergere difetti."

“Evidentemente ci sono sempre Santina e Lapins. Sebbene esista nuova genetica, non mi arrischierei a impiantare un frutteto oggi senza aver prima osservato 2-3 stagioni di produzioni commerciali effettive.”

La saturazione del mercato e la nuova realtà delle varietà tardive

“Le varietà tardive oggi sono in difficoltà, perché il mercato è saturo. A differenza di 10 anni fa, quando alla fine della stagione i prezzi salivano grazie alla scarsa offerta, oggi c’è un grande volume di varietà di media stagione che si accavallano con le tardive, facendo crollare i prezzi.”

Fonte immagini: Redagricola

Redagricola Team


Cherry Times - Tutti i diritti riservati

Potrebbe interessarti anche

Incontro su biosolutions a Macfrut 2024 per ciliegie di qualità

Eventi

18 ago 2023

Il Congresso Internazionale dal titolo “QUALI BIOSOLUTIONS PER CILIEGIE DI QUALITA’?“ darà risposta ad alcune delle problematiche più prominenti nella moderna cerasicoltura il giorno giovedì 9 maggio nell’ambito di Macfrut 2024, Rimini - Italia.

Ingegnerizzare i portainnesti di ciliegio per aumentare la resistenza ai virus

Portinnesti

05 feb 2024

Per quel che riguarda i portainnesti, uno degli approcci più promettenti per aumentare la resistenza delle piante ai virus è il silenziamento genico post-trascrizionale, che impiega l'interferenza dell'RNA (RNAi) per impedire la patogenicità e la replicazione del virus.

In evidenza

Nanoparticelle di rame nei boschi turchi: effetti sul ciliegio dolce e rigenerazione

Vivai

09 ott 2025

Uno studio condotto in Turchia ha analizzato l’impatto delle nanoparticelle di ossido di rame (CuO-NPs) sulla germinazione e crescita del ciliegio dolce (Prunus avium), evidenziando effetti dose-dipendenti e differenze tra popolazioni utili per rimboschimenti in aree contaminate.

Come aumentare l’utile marginale nel ciliegio: strategie, costi e sistemi vincenti

Gestione

09 ott 2025

Le aziende ciliegicole affrontano margini sempre più ridotti. Scopri come migliorare l’utile marginale ottimizzando manodopera, sistemi di allevamento, varietà e interventi agronomici. I consigli del professor Carrasco per ridurre i costi e aumentare la redditività.

Tag Popolari