Biotecnologia del Prunus cerasus Marasca: ricerca Italia-Croazia tra Padova e Perugia

07 ago 2025
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Un recente studio condotto da un team di ricercatori dall’Università di Padova e Perugia ha analizzato il potenziale biotecnologico del Prunus cerasus var. Marasca, nota varietà croata di ciliegio acido impiegata nella produzione del celebre liquore “Maraschino”, ma anche ricca fonte di composti bioattivi.

L’obiettivo dello studio era di ottenere colture cellulari indiAerenziate in vitro da foglie della pianta e analizzarne la composizione fitochimica e le attività antiossidanti e antinfiammatorie.

Ottimizzazione delle colture

Il primo passo è stato ottimizzare le condizioni per l’induzione e la crescita di calli e sospensioni cellulari, testando diversi terreni di coltura (MS, B5, WPM) e combinazioni di fitoregolatori.

I risultati hanno identificato B5 NAK e B5 DK come i mezzi con le migliori condizioni per ottenere calli vitali.

Tra le linee cellulari isolate, solo le linee verdi (P NAK V e P DK V) hanno mostrato una crescita rilevante ed un metabolismo secondario attivo, mentre le linee marroni sono state scartate per la scarsa resa e la bassa attività biologica.

Analisi fitochimiche

Analisi colorimetriche sui succhi ottenuti dai calli hanno evidenziato un contenuto elevato di polifenoli totali e procianidine nei campioni delle linee verdi, con un picco di concentrazione attorno al 28° giorno di crescita.

I succhi hanno mostrato un’eAicace attività antiossidante, correlata al contenuto fenolico, con valori comparabili a quelli dell’acido ascorbico.

Le colture sono state poi testate anche in condizioni di oscurità, per simulare l’ambiente tipico dei bioreattori industriali.

Nonostante la riduzione della crescita ed un cambiamento di colore, le colture in assenza di luce (P NAK Vd, P DK Vd) hanno mantenuto un buon profilo metabolico.

Risultati in condizioni di oscurità

La linea P NAK Vs, cresciuta in condizioni di oscurità, si è dimostrata particolarmente promettente; infatti, la sua curva di crescita ha mostrato un profilo tipico di sospensione cellulare ben adattata, e le cellule si sono mantenute omogenee e vitali.

Le analisi fitochimiche tramite LC-MS e HPLC-DAD hanno identificato sei flavanoni, tra cui naringenina e naringenina glucoside, composti di interesse per le loro proprietà salutistiche.

Sorprendentemente, i succhi ottenuti da calli in oscurità (P NAK Vd) hanno fatto registrare un contenuto in flavanoni superiore a quelli coltivati con fotoperiodo, raggiungendo fino 79.22 μg/mL, e mostrando quindi un’ottima potenzialità per applicazioni industriali.

Test biologici

Dal punto di vista biologico, i succhi selezionati (P1: P NAK V, P2: P NAK Vd, P3: P NAK Vs) sono stati testati su cellule “Caco-2” per verificarne l’eAetto antiossidante e antinfiammatorio.

Tutti e tre hanno ridotto significativamente la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), con P2 e P3 particolarmente eAicaci.

Inoltre, in seguito a stimolazione con lipopolisaccaride (LPS), i trattamenti hanno abbassato la produzione delle citochine pro-infiammatorie IL-1β e TNF-α, confermando l’eAetto antinfiammatorio.

L’azione antiossidante e antinfiammatoria è risultata indipendente dal contenuto totale di flavanoni, suggerendo anche una possibile sinergia tra i composti presenti.

Conclusioni

In conclusione, questo studio mostra che le colture cellulari di Prunus cerasus var. Marasca rappresentano una valida piattaforma biotecnologica per la produzione di composti nutraceutici, in particolare flavanoni come la naringenina, con potenziali applicazioni nell’ambito alimentare, cosmetico e farmaceutico.

Inoltre, l’ottenimento di succhi bioattivi anche in condizioni di oscurità rappresenta un punto di forza per un futuro scale-up industriale.

Fonte: Dalla Costa, V., Piovan, A., Varfaj, I., Marcotullio, M. C., Brun, P., & Filippini, R. (2025). From “Maraschino” to Cell Cultures: A Deep Study on Prunus cerasus L. Cell Culture Juices. Molecules, 30(5), 1089. https://doi.org/10.3390/molecules30051089 

Fonte immagine: Il Pianeta Verde

Andrea Giovannini
Università di Bologna


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