La Drosophila suzukii, un insetto parassita delle colture frutticole, si distingue per la sua capacità di nutrirsi di un'ampia varietà di frutta. Un recente studio condotto dai ricercatori dell'INRAE rivela che questa mosca accumula composti chimici dalla frutta senza metabolizzarli, una tolleranza che potrebbe consentirle di adattarsi a diversi ambienti. I risultati di questo studio, pubblicati sulla rivista eLife, potrebbero aiutare a sviluppare strategie innovative per proteggere le colture da questo parassita.
Gli insetti divoratori di piante si concentrano generalmente su una o poche piante specifiche. Tuttavia, alcune specie di insetti fanno eccezione e si nutrono di un'ampia varietà di piante. È il caso della Drosophila suzukii, una temibile piccola mosca che attacca molte colture da frutto, tra cui ciliegie, uva, fragole e lamponi. In grado di nutrirsi di molte varietà di frutta, questa specie è considerata generalista.
Un gruppo di ricerca, composto da scienziati INRAE delle unità CBGP (Centre de biologie pour la gestion des popolations) e SVQV (Santé de la vigne et qualité du vin), ha cercato di capire come questi insetti riescano a digerire e utilizzare una così ampia gamma di composti chimici presenti nei loro diversi alimenti.
Immagine 1: Panoramica schematica del disegno sperimentale, delle analisi dell'uso dell'ospite e delle aspettative secondo le ipotesi di “generalismo metabolico” e “specialismo metabolico multiospite”. Fonte: Olazcuaga et al., 2024.
Gli scienziati hanno confrontato la composizione chimica di diversi frutti con quella dei moscerini della frutta che li avevano mangiati. I risultati, ottenuti con una tecnica avanzata nota come cromatografia ad alte prestazioni accoppiata alla spettrometria di massa, sono particolarmente interessanti.
I moscerini accumulano passivamente molti composti specifici della frutta senza metabolizzarli. Ciò significa che D. suzukii non è particolarmente adattata a ogni frutto che consuma; al contrario, sembra tollerare una diversità di composti chimici.
Questa tolleranza potrebbe dare a D. suzukii una grande flessibilità, un vantaggio importante nello sfruttamento di ambienti diversi. I ricercatori ritengono che questa capacità di utilizzare una varietà di frutti potrebbe essere cruciale per la sopravvivenza delle popolazioni durante l'inverno, trovando frutti rifugio.
Lo studio pubblicato sulla rivista eLife, che combina biologia evolutiva ed ecologia chimica, fornisce una migliore comprensione delle relazioni tra piante e insetti. Potrebbe contribuire allo sviluppo di nuove strategie per la gestione di questo parassita, che è un vero e proprio flagello per i coltivatori di ciliegie, in particolare identificando i frutti rifugio.
Fonte: INRAE
Immagine: Reussir
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