La durezza del frutto è una caratteristica molto apprezzata dai consumatori di ciliegie, poiché associata alla freschezza.
Inoltre, una maggiore durezza porta ad una migliore conservazione e resistenza alla manipolazione.
Tra le strategie più diffuse per migliorare questa caratteristica del frutto vi è l'impiego di acido gibberellico (GA), un fitormone che influenza la crescita e lo sviluppo dei tessuti vegetali.
Lo studio sulle cultivar “Bing” e “Lapins”
Figura 1. Espressione del colore del ciliegio dolce, cv. 'Bing' e 'Lapins', rispettivamente a 77 e 79 giorni dalla piena fioritura, per frutti trattati con GA. T0: controllo e T60: GA a 30 ppm applicato nelle fasi di indurimento del nocciolo e di colorazione paglierina.
Un recente studio ha analizzato gli effetti dell'acido gibberellico sulle proprietà reologiche delle ciliegie, in particolare sulle cultivar “Bing” e “Lapins”, sia alla raccolta che dopo 35 giorni di conservazione a 0°C, valutando in particolare la resistenza ai danni meccanici durante la manipolazione e lo stoccaggio.
Lo studio ha utilizzato diverse quantità (15, 20, 25, 30 ppm) e momenti di applicazione.
L'applicazione di acido gibberellico ha determinato un ritardo della maturazione di 2-4 giorni rispetto ai frutti non trattati, ed ha portato ad un aumento significativo della dimensione e del peso del frutto nella cultivar “Lapins”, incrementandone quindi la resa, mentre non sono state rilevate differenze apprezzabili nella cultivar “Bing”.
Effetti sulla struttura e resistenza del frutto

Figura 2A-B. Distribuzione delle dimensioni dei frutti al momento della raccolta per le ciliegie dolci cv. 'Bing' e 'Lapins' dipende dalla velocità di applicazione dell'acido gibberellico (GA). Trattamenti: T0 (controllo), 0 ppm GA; T30, 15 + 15 ppm GA (indurimento del nocciolo + colore paglierino); T45, 25 + 20 ppm GA (indurimento del nocciolo + colore paglierino); T60, 30 + 30 ppm GA (indurimento del nocciolo + colore paglierino). Lettere diverse per ogni dimensione mostrano valori medi significativamente diversi per il test LSD di Fisher, con valore p < 0,05. NS: non significativo a valore p < 0,05.
L'utilizzo dell'acido gibberellico ha influito anche sulle caratteristiche meccaniche delle ciliegie: indipendentemente dalla concentrazione applicata, ha aumentato il modulo di elasticità e la resistenza del frutto sia alla raccolta che dopo un periodo di conservazione.
Ciò significa che i frutti trattati erano più sodi e resistenti, caratteristica che può ridurre il rischio di ammaccature e danni durante il trasporto e la vendita.
Gli effetti benefici dell’acido gibberellico sulla struttura del frutto si mantengono anche dopo un lungo periodo di conservazione a bassa temperatura, e dopo tre giorni di esposizione a 15°C, simulando le condizioni di commercializzazione.
Pro e contro dell’acido gibberellico
Pertanto, il trattamento con acido gibberellico ha aumentato la resistenza senza aumentare la deformabilità dei tessuti e addirittura riducendola, rendendo i frutti più rigidi durante la conservazione in condizioni di elevata umidità.
Tuttavia, questo li rende potenzialmente più suscettibili a fratture dell’epidermide; pertanto, questo aspetto merita ulteriori approfondimenti, specialmente per le cultivar con una naturale sensibilità al fenomeno del "box-cracking" durante la conservazione.
Lo studio mostra poi che i frutti a maturazione più avanzata (colore 3.5) presentano minore sensibilità ai danni meccanici rispetto ai frutti meno maturi (colore 3.0).
Questo effetto è dovuto ad un aumento della capacità di deformazione del tessuto, che diventa più resistente alle pressioni esterne, subendo minori danni visibili.
Conclusioni e applicazioni pratiche
In conclusione, i risultati hanno confermato che l'acido gibberellico rappresenta un valido strumento per migliorare la qualità e la durezza delle ciliegie, con effetti positivi che si protraggono anche durante e dopo la conservazione.
Tuttavia, la sua applicazione deve essere attentamente calibrata in funzione della varietà e delle condizioni di conservazione, al fine di bilanciare al meglio i benefici sulla consistenza del frutto ed il rischio di possibili effetti collaterali, come un'eccessiva rigidità.
L'ottimizzazione dell'uso dell’acido gibberellico può offrire diversi vantaggi sia per i produttori che per i distributori, garantendo un prodotto di alta qualità fino al momento del consumo.
Fonte: Carrión-Antolí, A., Zoffoli, J. P., Serrano, M., Valero, D., & Naranjo, P. (2024). Preharvest Gibberellic Acid Treatment Increases Both Modulus of Elasticity and Resistance in Sweet Cherry Fruit (cv. ‘Bing’ and ‘Lapins’) at Harvest and Postharvest During Storage at 0° C. Agronomy, 14(11), 2738. https://doi.org/10.3390/agronomy14112738
Fonte figure: Carrión-Antolí et al., 2024
Andrea Giovannini
Università di Bologna
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