A Vignola la ciliegia è molto più di un frutto: è identità, cultura, economia. Ma senza un ricambio generazionale, il rischio è vederla scomparire. Ora un gruppo di giovani agricoltori lancia un progetto per invertire la rotta.

Una filiera d’eccellenza senza eredi
Sempre meno figli, sempre meno nipoti: a Vignola, in provincia di Modena, la tradizione cerasicola rischia di perdersi. I numeri parlano chiaro: gli agricoltori storici lasciano i campi, ma i giovani non subentrano. E così, il futuro della ciliegia più famosa d’Italia – riconosciuta e apprezzata anche all’estero – diventa incerto.
Cosa accadrà tra 15 o 20 anni, quando il nodo demografico diventerà un’emergenza concreta? È questa la domanda che ha spinto un gruppo di produttori under 50 a reagire, con l’obiettivo di creare una rete capace di dare nuova linfa alla filiera.
Il primo incontro pubblico è in programma il 24 settembre alle 20:00 a Spilamberto, presso l’Osteria degli Obici.
Moira Stefani: “Serve una nuova generazione di agricoltori”
In prima linea c’è Moira Stefani, titolare dell’azienda agricola omonima. La sua è una missione chiara: garantire un futuro alla ciliegia di Vignola coinvolgendo una nuova generazione di produttori.
«Ogni anno – spiega Moira – riceviamo nuove disdette da parte degli agricoltori. Mancano figli o nipoti disposti a continuare, e il ricambio è praticamente nullo. Così si rischia di spezzare una tradizione».
Da qui nasce l’idea di costruire un’associazione di agricoltori under 50, con l’intento di dare voce a chi ha deciso di credere ancora nel territorio. La forma giuridica è ancora in fase di definizione, ma il dialogo con le associazioni di categoria è già avviato. Insieme a Moira, hanno aderito al progetto anche Simone Amidei (azienda agricola Bettino Amidei) e Rossella Zanasi (società agricola Frutteria Bigone).
La sfida parte dalle scuole
Uno dei capisaldi del progetto è la formazione nelle scuole. L’obiettivo è far conoscere ai più giovani il mestiere dell’agricoltore, le opportunità concrete e i percorsi formativi disponibili.
«A 30 anni ci si può rimettere in gioco, certo – spiega Moira – ma perché non iniziare prima? Dobbiamo trasmettere che l’agricoltura è bellezza, valore, opportunità».
Moira stessa è la prova che non è mai troppo tardi: «Ho 46 anni e ho iniziato a 40, quando ho rilevato i terreni di famiglia. I miei zii avevano perso interesse, ma io ho deciso di investire nel nostro patrimonio».
Ciliegie e turismo: la via dell’esperienza
Oltre alla produzione, Vignola punta anche sull’agricoltura esperienziale e sul turismo rurale. Un esempio? L’auto-raccolta: con 5 euro (circa 5,40 €) al chilo, i visitatori possono raccogliere direttamente le ciliegie dai filari, senza costi di manodopera per l’azienda e con un’esperienza coinvolgente per il turista.
«Molti non immaginano quanta bellezza ci sia a Vignola. L’agricoltura può essere anche cultura e turismo, se sappiamo metterla in rete».
Degusta Vignola: gusto, paesaggio e donne protagoniste
Tra le iniziative di maggiore successo c’è "Degusta Vignola – la Magnalonga della Ciliegia", un evento che unisce sapori, natura e territorio. Cinque aziende agricole, tutte al femminile, aprono le porte ai visitatori lungo un percorso di 10 km.
«Non è faticosa – spiega Moira – perché ad ogni tappa si fa sosta in azienda. In tre ore e mezza si vive un’esperienza completa». Il menù è un omaggio alla creatività cerasicola: tigelle con marmellata di ciliegie, crostate, gelato con mousse, tisane e perfino gin artigianale.
Le donne sono protagoniste: «Sono coraggiose, ci credono davvero».
Una comunità da ricostruire
C’è ancora molto lavoro da fare per preservare il capitale umano di Vignola. Ma la direzione è chiara: servono aggregazione, partecipazione e coraggio. Il progetto degli under 50 rappresenta un primo, importante passo.
Il futuro della ciliegia di Vignola potrebbe passare proprio da qui.
Fonte: myfruit.it
Fonte immagine: Il Resto del Carlino
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