Un innovativo ceraseto sperimentale è stato impiantato nell'aprile 2018 presso l'azienda agricola demaniale Fragsburg a Merano, situata a 700 m sul livello del mare. L'obiettivo di questa sperimentazione è confrontare diversi sistemi di allevamento per determinare quale sia il più efficiente per la cerasicoltura moderna. I sistemi di allevamento testati includono:
- Spindle a media densità d’impianto
- Spindle ad alta densità d’impianto
- Bibaum®
- UFO
- Drapeau
Per ogni sistema, sono state piantate 3 repliche di 6 piante ciascuna. La varietà utilizzata è Kordia innestata su Gisela 5, che rappresenta lo standard nell'area di riferimento. I sesti di impianto sono stati scelti considerando lo sviluppo futuro delle diverse forme di allevamento. L'intero impianto è protetto da rete antigrandine, telo antipioggia e rete antinsetto per garantire una sperimentazione accurata.
Tabella 1 - Distanza tra le piante e numero a ettaro dei sistemi di allevamento |
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Sistema di allevamento | Distanza tra le piante | n° di piante ad ettaro/ha |
Spindle media densità | 1,50 | 1714 |
Spindle alta densità | 1,00 | 2571 |
Bibaum | 1,20 | 2143 |
Ufo | 1,20 | 2143 |
Drapeau | 1,50 | 1714 |
Nei primi due anni, l'attenzione è stata rivolta alla crescita delle piante. A partire dal terzo anno, sono stati raccolti dati per ogni replica riguardanti i seguenti parametri:
- Peso medio del frutto [g]
- Resa media per pianta [kg]
- Distribuzione delle classi di calibro [%]
- Contenuto in solidi solubili [°Brix]
- Durezza [Indice Durofel (ID)]
- Colore [Cielab]
I dati raccolti sono stati analizzati utilizzando il General Mixed Model in IBM SPSS Statistics 27, con test post hoc Lsd. Le rese ad ettaro presentate si riferiscono a una superficie netta di 9.000 m², considerando l'ingombro delle capezzagne e delle reti antinsetto.
L'obiettivo è confrontare nel lungo periodo i sistemi di allevamento bi- e tridimensionali, simulando la vita media di un ceraseto commerciale (20 anni). I fattori chiave nella valutazione includono la velocità di entrata in produzione, le rese cumulate, la qualità del frutto e la durata dell'impianto.
La rivoluzione della cerasicoltura in Trentino-Alto Adige
A partire dagli anni '90 del secolo scorso, la cerasicoltura del Trentino-Alto Adige ha vissuto una piccola grande rivoluzione grazie all'introduzione di portinnesti nanizzanti e all'adozione del sistema spindle. Questi nuovi impianti, inizialmente con sesti ampi di 4 x 2,5 m (oggi standardizzati a 3,5 x 1,8 m), hanno consentito una gestione più efficiente della chioma degli alberi e una parziale meccanizzazione delle pratiche colturali.
Oggi, la sfida è rappresentata da un ulteriore sviluppo che possa soddisfare le esigenze del presente. Un ceraseto efficiente deve affrontare i rischi del cambiamento climatico e socio-economico, offrendo al contempo un prodotto sostenibile, di alta qualità e economicamente vantaggioso. Inoltre, deve ottimizzare il rapporto tra input (come la superficie e la forza lavoro) e output (produzione, qualità e reddito).
In questo contesto, la scelta del sistema di allevamento (come Bibaum, spindle, UFO, ecc.) e del sesto d’impianto è cruciale per la pianificazione di un nuovo impianto. Elementi come la precocità di entrata in produzione, le rese cumulate durante la vita dell’impianto e i fattori qualitativi (come °Brix, acidità, pezzatura, colore, e durezza) diventeranno sempre più centrali nel bilancio aziendale.
Immagine 1: Rese cumulate nel periodo 3a-6a foglia suddivise per sistema di allevamento (Kordia/Gisela 5).
I primi a entrare in produzione
Durante i primi sei anni di vita del ceraseto sperimentale, i sistemi Bibaum® e spindle ad alta densità hanno mostrato rese ad ettaro cumulate significativamente superiori rispetto ad altri sistemi di allevamento. Il sistema Drapeau ha occupato una posizione intermedia, mentre i sistemi UFO e spindle a media densità hanno evidenziato una minore rapidità di entrata in produzione.
In termini di qualità, i sistemi Bibaum® e spindle ad alta densità hanno prodotto le rese più alte nelle classi di calibro più remunerative, sebbene questa tendenza non sia sempre stata statisticamente significativa. Tuttavia, l’elevata produttività di questi due sistemi non ha compromesso la qualità in termini di pezzatura, contenuto zuccherino, durezza e colore.
Osservazioni conclusive
I risultati della sperimentazione indicano che la rapidità di entrata in produzione è favorita dal numero di piante e/o assi produttivi per ettaro e dalla disponibilità di legno maturo. La qualità della produzione è garantita dalle basse rese per pianta, che complessivamente consentono di raggiungere alte rese per ettaro.
È importante sottolineare che queste considerazioni riguardano solo la fase iniziale di produzione di un giovane ceraseto e non forniscono informazioni sulla durata dell’impianto o sul comportamento delle diverse forme di allevamento nel lungo periodo. Sarà necessario continuare la sperimentazione per approfondire anche questi aspetti.
Fonte: Rivista di Frutticultura e Ortofloricoltura
Immagini: Rivista di Frutticultura e Ortofloricoltura, SL Fruit Service
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