Le ciliegie? “Le vogliono di plastica”. Esordisce con una battuta Paolo Laghi socio della società che gestisce Battistini Vivai durante l’inaugurazione del nuovo laboratorio di micropropagazione alle porte di Cesena. “Cercano frutti resistenti agli eventi estremi”.
Cambia il clima e gli imprenditori e le istituzioni di ricerca cercano soluzioni ai cambiamenti climatici. Serve innovazione per vincere la sfida. A Vivai Battistini ci credono e dopo anni di progettazione hanno tagliato il nastro e fatto visitare VitroLeaf.Immagine 1: Paolo Laghi.
Non un semplice laboratorio ma una vera vertical farm che si allunga in alto per otto metri percorsa da macchine autonome e animata da robot che accelerano il lavoro garantendo gran sicurezza grazie alla produzione in ambiente sterile.
Paolo Laghi nell’azienda si occupa dei ciliegi e spiega a Cherry Times le novità di questa innovazione aziendale che permette la digitalizzazione e quindi un maggiore controllo di tutte le fasi di produzione con una maggiore tracciabilità del prodotto.
Immagine 2: Direttore di VitroLeaf, Massimiliano Meneghini
Quanto conta il ciliegio in azienda?
Un livello pari a circa Il 35% della nostra produzione. Ci siamo specializzati sul Ciliegio in funzione anche della marea di portinnesti che abbiamo in produzione, tant'è che per una specie che ha una produttività molto stagionale, siamo sui 60 giorni, avere 18 portainnesti diversi e un assortimento varietale di oltre 190 varietà è un dato sorprendente.
Immagine 3: Produzione in vitro, sala cappe.
C'è anche una domanda di mercato varia?
Sia i portinnesti che le varietà sono destinati ai diversi areali in cui spaziamo, per cui abbiamo i paesi dell'est che prediligono Gisela 6 e Maxma 14, la Spagna che predilige il Maxma 60 o Malebo, il Portogallo Maxma 60, Grecia il CAB6P. Ogni nazione ha la sua combinazione varietà portinnesti di riferimento.
In base alla passione che abbiamo per questo lavoro la cerasicoltura si è sviluppata in maniera particolare.
Quante piante di ciliegio producete?
Facciamo dalle 350 alle 400.000 piante annualmente, più facciamo per ciò che riguarda i portinnesti più o meno 2,5/3 milioni di portinnesto riguardanti il ciliegio.
Immagine 4: Piante micropropagate.
La tendenza di mercato principale?
La richiesta di frutti resistenti al cracking, anche perché oggi per avviare un impianto è assolutamente necessario avere la copertura antipioggia e anti insetto. E il costo di investimento è talmente importante che non puoi farlo a rischio.
Con la situazione agricola che abbiamo in questo modo sono poche le aziende in grado di coprire questi investimenti. Un impianto protetto costa oltre 100.000 euro.
Nei Paesi dell'est sempre più aziende, dopo aver testato impianti fatti con piante pronte, si rivolgono alla richiesta di portinnesti per farsi l'autoproduzione perché da loro il costo della manodopera è più limitato. Anche se poi bisogna valutare la qualità del lavoro, mancano le basi del vivaismo.
Gianbasilio Nieddu
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