Sul finire della “primavera delle ciliegie”, a Vignola (Modena) il primo Cherry Day del Gruppo Alegra ha reso chiaro un messaggio: la campagna ciliegie 2025 è da incorniciare. Con 25.000 quintali raccolti e consegnati freschi, senza giacenze, il risultato parla chiaro: un successo costruito più sulla cura e l’innovazione che sulla fortuna.
Cooperazione che fa la differenza
«Giusto» è la parola che lega i commenti di due agricoltori nel cereseto, anticipando gli interventi dal magazzino di Castelfranco Emilia: 25.000 qt. per la terza preferenza degli italiani tra i frutti. Alegra, con 3.800 soci e oltre 400 ettari di superficie, unisce diverse cooperative—tra cui Valfrutta e Brio (bio)—in un modello integrato: dai terreni alla vendita diretta.
Un modello nato quasi un secolo fa, quando «i nostri nonni avevano già capito che unirsi significa fare il bene di tutti», come ricorda il presidente Pier Giorgio Lenzarini, cerasicoltore e figura di riferimento della cooperativa.
Costi reali e lavoro post-raccolta
I prezzi elevati – come i 23 €/kg contestati – non nascono da speculazione, ma dai costi reali. Raccogliere, trasportare, lavorare, confezionare e spedire richiede tempo, attrezzature e manodopera specializzata. Ogni passaggio pesa: «La ciliegia è tra i frutti che richiede il maggior numero di ore di lavoro», sottolinea Lenzarini.
Il direttore generale di Agrintesa, Cristian Moretti, parla di uno stabilimento che impegna 300 persone in turni fino alle 22, più numerosi raccoglitori, per movimentare 25–30.000 qt di ciliegie. Un impatto occupazionale significativo in Emilia‑Romagna, dove la IGP di Vignola spicca in un panorama nazionale di qualità più fragile.
Via chicchi scuri, croccanti e perfettamente maturi, grazie a raccolta al momento giusto e selezione meticolosa: non esportabili per fragilità, ma capaci di eccellere sul mercato locale.
Innovazione e qualità certificata
La filiera di Alegra investe nella protezione: oltre il 40 % dei ceraseti è dotato di teli anti-pioggia e ventole anti‑brina, per contrastare eventi estremi legati ai cambiamenti climatici. Dalla ricerca varietale (ceppi grandi, scuri e resistenti) alla calibratura con macchine come Cherry Vision di Unitec, si scarta l’imperfetto—compresi i «falsi amici» con danni causati dalla Drosophila—solo frutta perfetta arriva nei cestini.
Il Consorzio della ciliegia di Vignola IGP, con Walter Monari, sottolinea la scelta consapevole di puntare su qualità piuttosto che volume: impianti iniziati nel 1996, IGP da 15 anni, coperture multifunzionali che hanno ridotto del 78 % gli insetticidi migliorando sicurezza e sostenibilità.
Nel magazzino: niente bins sovraffollati, solo cassette leggere, lavaggio a 2 °C e selezione fino a 900 qt al giorno, per una produzione intensa e attenta. È un approccio industriale, ma al servizio della freschezza e dell’esperienza del consumatore.
Solidarietà e prospettive future
Il Consorzio di Vignola collabora con la Croce Rossa in oltre 50 piazze del Lazio, per offerte «buone e solidali. I campi di Ripa di Sotto, 16 ettari di eccellenza, hanno mostrato come la filiera, anche grazie a percorsi condivisi con agricoltori di Piemonte e Calabria, sia modello adattabile. Con la concorrenza di Grecia e Turchia, Alegra sceglie qualità e posizionamento, non volumi, e il mercato lo premia.
L’esperienza di Alegra a Vignola dimostra che, anche in un contesto climatico incerto e competitivo, la ciliegia IGP può vincere puntando su protezione climatica, ricerca varietale, innovazione tecnologica e cooperazione territoriale. Una ricetta che guarda al futuro: un frutto di qualità che unisce storia e innovazione, territorio e tradizione, sostenibilità e valore.
Fonte: myfruit.it
Fonte immagine: Agrintesa
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