Uno studio cileno pubblicato su Plants raccomanda l’uso del 10–15% di CO₂ e del 10% di O₂, abbinato a raccolta in stadio Caoba Claro, per estendere la shelf life di Regina fino a 40 giorni più la fase di vendita, con minore incidenza di marciume e maggiore consistenza.
Le ciliegie dolci (Prunus avium L.) sono frutti non climatérici con un tasso di respirazione moderato (10–20 mg CO₂ kg−1 h−1 a 0 °C) e una produzione molto bassa di etilene. Nonostante ciò, risultano altamente deperibili a causa della rapida disidratazione del peduncolo e del frutto, seguita da perdita di consistenza, acidità e sviluppo di marciumi, spiega il team del Centro de Fruticultura del Sur (Cile).
Per rallentare il deterioramento, si raccomanda il raffreddamento immediato a temperature comprese tra -1 e 0 °C, con umidità relativa superiore al 95%, che permette di mantenere una qualità ottimale per 2–4 settimane.

Il ruolo del Cile
Negli ultimi anni, il Cile si è consolidato come il principale esportatore di ciliegie dell’emisfero sud, con un volume di spedizioni pari a 529 mila tonnellate, ossia il 59% del mercato mondiale nella stagione 2024/25. Le principali varietà esportate sono state Lapins (37%), Santina (31%) e Regina (14%). La Cina si è confermata il principale mercato di destinazione, assorbendo il 91% delle esportazioni cilene.
La ciliegia e la post-raccolta
La ciliegia Regina è una varietà dolce a maturazione tardiva, con frutti grandi, polpa soda, colore rosso scuro tendente al nero e sapore agrodolce e succoso. È molto apprezzata dai consumatori per la qualità e la resistenza al cracking da pioggia, ideale per il consumo fresco e per l’export.
Le sue caratteristiche principali sono il livello zuccherino, la resistenza ai danni meccanici e la facilità di manipolazione grazie al peduncolo lungo. Tuttavia, questo cultivar presenta importanti limiti in post-raccolta: oltre i 30 giorni di conservazione compaiono perdita di consistenza, imbrunimento interno e calo del sapore.
Tali limiti sono particolarmente critici per le esportazioni cilene verso mercati lontani come l’Asia, dove i trasporti via mare possono richiedere tra 25 e 40 giorni, con possibili ulteriori ritardi dovuti a imprevisti logistici o emergenze sanitarie.
Lo studio cileno
Alla luce di ciò, attraverso il Progetto Postcosecha y Calidad de la Fruta en Cerezo, il vicedirettore Dr. Víctor Escalona e il suo team dell’Università del Cile hanno valutato l’impiego di concentrazioni di CO₂ medio-alte e O₂ basso-moderate, rispetto alle combinazioni tradizionali di atmosfera modificata (5–6% CO₂ e 14–15% O₂). I trattamenti sono stati applicati a ciliegie Regina raccolte in due stadi di maturazione.
Secondo Escalona, l’uso di un’atmosfera controllata con concentrazioni ottimizzate di CO₂ e O₂, abbinata a raccolta in stadio Caoba Claro, si è rivelata una strategia efficace per estendere la vita utile delle ciliegie Regina fino a 40 giorni in freddo più la fase commerciale, mantenendo la qualità fisica e sensoriale per l’export.
Per l’industria esportatrice, il risultato è cruciale: si adatta ai transiti marittimi di 25–40 giorni verso l’Asia, principale mercato cileno. Lo studio dimostra che alzare il CO₂ (≥10%) e lavorare con O₂ attorno al 10% — parametri gestibili in container ben sigillati — riduce imbrunimenti e marciumi rispetto alla MA tradizionale e mantiene gli attributi commerciali (SST, acidità titolabile, composti fenolici e antocianine).
Raccomandazioni pratiche
La finestra di 40 giorni con frutta raccolta in Caoba Claro offre maggiore margine logistico, buffer operativi e arrivi più uniformi in buona condizione.
Per produttori ed esportatori che lavorano con Regina, l’evidenza supporta tre raccomandazioni pratiche:
- impostare setpoint di atmosfera controllata a CO₂ ≥10% e O₂ ≈10% quando il sistema lo consente;
- privilegiare la raccolta in Caoba Claro per migliorare la tolleranza a lunghi stoccaggi;
- validare i protocolli nei propri impianti di freddo e con i fornitori tecnologici, integrando tempi reali di pre-refrigerazione, fumigazioni e trasferimenti.
Sulle rotte lunghe, questo affinamento può fare la differenza tra una frutta “a standard” e una con imbrunimenti e perdita di consistenza all’arrivo.
Fonte immagine: SL Fruit Service
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