Il team dell’INIA ha valutato l’incidenza di diversi contenitori di raccolta sulla qualità dei frutti di varie varietà di ciliegio. Le ciliegie sono particolarmente soggette a danni meccanici dovuti a compressione, urto, sfregamento o adesione, sia sui frutti che sui peduncoli. Inoltre, viene segnalato l’uso di umidificatori nei centri di raccolta come articolo correlato.
Per garantire la qualità e la condizione della frutta in condizioni di conservazione prolungata è necessario attuare una gestione adeguata lungo tutta la catena dei processi, dalla coltivazione alla presentazione finale al consumatore. All’interno di questa catena, la fase della raccolta è tra le più critiche, poiché comporta un alto rischio di stress e danni ai frutti a causa di una manipolazione errata o condizioni di stoccaggio inadeguate.
Due sono gli aspetti principali da gestire durante la raccolta: innanzitutto evitare i danni da manipolazione durante la raccolta vera e propria, che possono causare ammaccature, spaccature o potenziale “pitting” in alcune varietà; in secondo luogo, ridurre il tasso respiratorio dei frutti per ritardarne la senescenza. Una corretta gestione di questi due fattori è fondamentale per migliorare la conservabilità post-raccolta, riducendo fenomeni come ammorbidimento, comparsa di imbrunimenti e disidratazione.
L’uso di sistemi di nebulizzazione installati nelle celle di raccolta per regolare temperatura e umidità, così come la manipolazione attenta dei frutti mediante contenitori adeguati, può contribuire al mantenimento della qualità evitando danni, perdite di peso e di consistenza dovute alla disidratazione.
Figura 1: Uso di diversi tipi di contenitori per la raccolta delle ciliegie: A) cassetta totem, B) secchio, C) telo di copertura.
Valutazione dell’uso di contenitori
Le ciliegie sono particolarmente sensibili a danni meccanici da compressione, urto, sfregamento o adesione, sia a livello del frutto che del peduncolo, con possibile compromissione anche degli strati interni del mesocarpo (polpa), fino al collasso cellulare interno del frutto. Una delle principali preoccupazioni dei produttori è capire in che misura i danni causati durante la raccolta siano imputabili al contenitore utilizzato e come questi possano eventualmente essere ridotti.
Oggi, la scelta dei contenitori da raccolta è legata a criteri di efficienza in termini di velocità e rendimento nella raccolta, ma anche alla praticità del trasporto e della ricezione presso gli stabilimenti di esportazione.
Per questo motivo, la cassa “totem” da 10 kg è il contenitore più comunemente usato, in quanto rappresenta l’unico formato trasportabile all’interno dei bins più grandi. Tuttavia, indipendentemente da ciò, e dal fatto che ogni frutteto possa adottare un tipo di contenitore differente (secchiello, cesta o cassette di varie dimensioni), si osserva che i raccoglitori più esperti tendono a preferire contenitori propri, per maggiore comodità.
È noto da anni che pratiche come il riempimento eccessivo dei contenitori possono causare danni in varietà particolarmente sensibili alle ammaccature. L’uso di imbottiture morbide all’interno dei contenitori, così come l’attenzione nel limitare urti, compressioni e manipolazioni eccessive durante l’accumulo e il travaso dei frutti, sono pratiche utili a ridurre i danni. In questo senso, è interessante valutare se la manipolazione dei frutti durante la raccolta incida sull’insorgenza di danni, disordini o su parametri qualitativi durante la post-raccolta.
Tipi di contenitori valutati
In base a questa ipotesi, è stato analizzato l’effetto dell’utilizzo di tre diversi tipi di contenitori di raccolta su vari aspetti qualitativi dei frutti, sia al momento della raccolta che dopo la conservazione, su quattro varietà: Santina, Lapins, Sweet Heart e Regina.
Cassa “tótem”: si tratta di casse rigide in plastica impilabili (da cui il termine “Tótem”), dotate di fessure che consentono la ventilazione. La loro capacità varia tra i 9 e i 12 kg di frutta.
Figura 2. Distribuzione della consistenza (gf mm⁻¹) alla raccolta e nel post-raccolta di frutti di ciliegio, cv. Santina, raccolti in diversi contenitori da raccolta (Tótem – Secchio – Cassapanca). Lettere diverse indicano differenze significative secondo il test di Kruskal-Wallis.
I raccoglitori le trasportano tramite un’imbracatura, depositandovi direttamente i frutti (Figura 1.A). Il loro utilizzo è ampiamente diffuso poiché rappresentano il formato standard per l’ingresso della frutta nei processi di selezione e confezionamento. Inoltre, essendo più larghe che profonde, si ritiene che la frutta subisca minori compressioni e ammaccature. Tuttavia, per via delle dimensioni e del peso, risultano meno comode da usare in combinazione con le scale da raccolta.
Secchi da raccolta: sono contenitori in plastica di forma conica o cilindrica, con imbottitura in plastica o schiuma sul fondo e predisposti per essere usati con imbracatura. Servono per raccogliere i frutti, che poi vengono travasati in contenitori più grandi (come la cassa tótem).
Hanno una capacità variabile tra i 3 e i 6 kg. Consentono un trasporto più leggero e un minor impatto sulla ramificazione degli alberi. Tuttavia, a causa del travaso e della compressione dei frutti sul fondo, si ritiene che questi siano più soggetti a ferite e ammaccature (Figura 1.B).
Capachos: sono sacche con base plastica di forma cilindrica e un’ampia apertura superiore. L’interno è rivestito di schiuma e successivamente foderato con pelle sintetica e tela gommata. A differenza dei secchi, il travaso nella cassa tótem avviene per scorrimento, aprendo il fondo in tela. La loro capacità varia tra i 4 e i 5 kg (Figura 1.C).
Efficienza operativa e consistenza
L’effetto dell’uso di diversi tipi di contenitori sull’efficienza o la resa della raccolta da parte dei lavoratori è stato un altro dei quesiti ricorrenti tra i produttori. Tuttavia, dalle prove effettuate per valutare queste variabili, non sono emerse differenze significative tra i diversi contenitori. Chiaramente, i contenitori di minore capacità si riempiono più rapidamente, ma è la fase di trasporto dei frutti raccolti verso la base di stoccaggio e registrazione a incidere maggiormente sull’operatività dei raccoglitori.
Per questo motivo, è necessario pianificare accuratamente la disposizione delle basi di stoccaggio e/o prevedere un team di operatori dedicati esclusivamente al ritiro dei frutti raccolti.
Figura 3. Distribuzione della consistenza (gf mm⁻¹) alla raccolta e nel post-raccolta di frutti di ciliegio, cv. Lapins, raccolti in diversi contenitori da raccolta (Tótem – Secchio – Cassapanca). Lettere diverse indicano differenze significative secondo il test di Kruskal-Wallis.
La consistenza dei frutti è considerata un attributo di qualità molto apprezzato dai consumatori, oltre a essere determinante per la resistenza ai danni meccanici, l’efficienza nella manipolazione e la risposta agli sbalzi termici. Tuttavia, la fermezza può essere compromessa già al momento della raccolta da urti o compressioni nel contenitore, con ripercussioni su vari parametri qualitativi e sulla durata di conservazione in fase di commercializzazione.
Ad esempio, nella varietà Santina, l’uso dei diversi contenitori non ha influenzato la consistenza dei frutti appena raccolti (Figura 2). Tuttavia, dopo uno stoccaggio a 0 °C e un breve periodo di scaffale di due giorni a 20 °C, la fermezza si è ridotta significativamente tra il 30% e il 35% rispetto alla raccolta, evidenziando come i frutti raccolti con il capacho abbiano registrato minori perdite di consistenza rispetto a quelli raccolti con il contenitore tótem.
Questi risultati trovano conferma anche nei dati relativi alla varietà Lapins. Durante la raccolta sono emerse differenze statisticamente significative nella fermezza dei frutti raccolti con i diversi contenitori, in particolare tra quelli raccolti con tótem e secchio (Figura 3). Anche in post-raccolta queste differenze si sono mantenute, con perdite di fermezza tra il 30% e il 35%. Si può affermare che i frutti raccolti con i contenitori secchio e capacho si sono mantenuti più consistenti rispetto a quelli raccolti con la cassa tótem.
Tabella 1. Evoluzione della percentuale di ammaccature in post-raccolta dei frutti di ciliegio, raccolti in diversi contenitori di raccolta (Totem-Bucket-Capacho). Le lettere diverse in ogni colonna tra i diversi trattamenti dei contenitori di raccolta indicano differenze significative per il test di Kruskal-Wallis, p<0,05. I colori indicano la gravità del danno: verde danno minore; giallo danno intermedio; rosso danno grave.
Tabella 2. Evoluzione della percentuale di butteratura in post-raccolta dei frutti di ciliegio, raccolti in diversi contenitori di raccolta (Totem - Balde - Capacho). Le lettere diverse tra i trattamenti indicano differenze significative per il test di Kruskal-Wallis. I colori indicano la gravità del danno: verde danno minore; giallo danno intermedio; rosso danno grave.
Ammaccature: principale causa di deterioramento
I danni meccanici, in particolare le ammaccature, rappresentano la forma più comune di deterioramento dei frutti di ciliegio durante le fasi di raccolta, trasporto e lavorazione. Questo tipo di danno costituisce una delle principali cause di perdita di qualità e di deprezzamento commerciale dei frutti, e non si manifesta immediatamente dopo la raccolta, ma tende ad apparire successivamente, dopo lo stoccaggio a freddo, aggravandosi con il passare dei giorni. Le ammaccature possono essere causate da vari fattori, come la compressione del frutto, l’urto contro superfici rigide o contro altri frutti, l’impiego eccessivo di forza durante la raccolta o il travaso tra contenitori.
I risultati riportati nella Tabella 1 evidenziano importanti differenze nell’incidenza delle ammaccature in base alla varietà e al tipo di contenitore utilizzato per la raccolta. Si osserva una marcata variabilità tra le quattro varietà studiate (Santina, Lapins, Sweet Heart e Regina). La varietà Sweet Heart risulta essere la più soggetta a danni meccanici, mentre Regina presenta la minore suscettibilità.
In generale, il contenitore tipo tótem tende a essere associato a tassi più elevati di danno, in particolare durante la valutazione a scaffale (D30+D2) della varietà Sweet Heart. È importante notare che, indipendentemente dal contenitore utilizzato, si osserva un aumento generalizzato del numero di frutti ammaccati tra la valutazione eseguita poche ore dopo l’uscita dal freddo e quella a due giorni di scaffale, indicando una progressione dei danni meccanici in post-raccolta.
Questo fenomeno è particolarmente evidente nella varietà Santina, dove l’utilizzo del secchio incide significativamente sull’incidenza di ammaccature nella fase di scaffale. I risultati suggeriscono che, sebbene la scelta del contenitore influenzi la qualità post-raccolta, la sua efficacia varia a seconda della varietà. Di conseguenza, i produttori dovrebbero adeguare le pratiche di raccolta tenendo conto sia del tipo di contenitore sia delle caratteristiche specifiche di ogni cultivar.
Pitting: un disordine fisiologico
Il pitting è caratterizzato dalla comparsa di piccole depressioni irregolari (di 4–8 mm) sulla superficie del frutto, causate dal collasso cellulare subito sotto la buccia. Sebbene possa essere legato a diversi fattori agronomici e ambientali, è generalmente interpretato come la conseguenza di danni da urto o compressione non visibili durante la raccolta o la lavorazione, ma che si manifestano durante la conservazione a freddo. Anche la suscettibilità al pitting può dipendere dalla varietà, dallo stadio di maturazione e dalla consistenza dei frutti. Ulteriori fattori influenti includono le condizioni di temperatura, la disidratazione post-raccolta e il materiale o design dei contenitori utilizzati.
Analogamente a quanto osservato per le ammaccature, i risultati indicano che i frutti raccolti nella cassa tótem mostrano una maggiore incidenza di pitting nella maggior parte delle varietà, in particolare in Sweet Heart. Per la varietà Santina non si sono evidenziate differenze rilevanti tra contenitori, anche se il capacho ha mostrato una minore progressione del danno in post-raccolta. Va comunque sottolineato che, in tutte le varietà studiate, si è registrato un aumento generalizzato del pitting durante la fase di scaffale (Tabella 2). Regina è risultata la varietà con la minore incidenza di questo tipo di danno.
Tabella 3 Evoluzione della percentuale di marciumi in post-raccolta dei frutti di ciliegio, raccolti in diversi contenitori di raccolta (Totem - Secchio - Capacho). Le lettere diverse tra i trattamenti indicano differenze significative per il test di Kruskal-Wallis. I colori indicano la gravità del danno: verde danno minore; giallo danno intermedio; rosso danno grave.
Lo sviluppo di marcescenze
Sebbene generalmente ben controllato grazie all’uso di fungicidi a largo spettro, il problema delle marcescenze può comunque verificarsi durante la post-raccolta, poiché le ciliegie sono altamente suscettibili alle infezioni fungine. I patogeni più comuni in questa fase includono Botrytis, Penicillium, Alternaria e Cladosporium.
Queste infezioni compromettono la qualità dei frutti, ne riducono la shelf-life e provocano importanti perdite commerciali. I frutti danneggiati sono particolarmente vulnerabili, poiché le lesioni forniscono un facile punto d’ingresso per i patogeni. Per questo motivo, la prevenzione dei danni fisici durante la raccolta e una corretta gestione post-raccolta sono fondamentali per ridurre le perdite dovute a marcescenze fungine.
La Tabella 3 mostra che la varietà Santina è la più sensibile al problema, registrando le percentuali più alte di frutti marci, soprattutto con l’uso di secchi o casse tótem. Dopo 32 giorni (D30+2), il 3,4% dei frutti risultava compromesso. Per quanto riguarda i contenitori, il tótem è quello che presenta la maggiore incidenza di marcescenze in tutte le varietà analizzate, con valori sempre superiori nella fase D30+2. Le percentuali massime registrate con questo contenitore sono: 1,0% in Regina, 2,9% in Santina, 1,5% in Sweet Heart e 2,5% in Lapins. Sebbene si tratti in generale di percentuali contenute, il contenitore tótem mostra una chiara tendenza a favorire lo sviluppo di marcescenze rispetto agli altri.
Il tótem mostra i risultati più scarsi
L’analisi congiunta di pitting, marcescenze, fermezza e ammaccature su quattro varietà di ciliegie (Sweet Heart, Santina, Regina e Lapins) evidenzia che la scelta del contenitore di raccolta ha un impatto significativo sulla qualità post-raccolta. Il secchio si distingue come il contenitore più favorevole, riducendo i danni e mantenendo una migliore consistenza in tutte le varietà. Al contrario, la cassa tótem mostra i risultati peggiori, in particolare per quanto riguarda le ammaccature e la perdita di consistenza. Il capacho si posiziona a metà strada.
La suscettibilità ai danni varia anche in funzione della varietà: Sweet Heart è la più sensibile e richiede maggiore attenzione, mentre Regina si dimostra più resistente, soprattutto con l’uso del secchio. Santina e Lapins mostrano una sensibilità intermedia, con Lapins che presenta una minore variabilità nelle ammaccature ma una maggiore perdita di consistenza a seconda del contenitore.
Tutto ciò sottolinea l’importanza di adattare le pratiche di raccolta e post-raccolta alle specificità di ogni varietà, privilegiando l’uso del secchio per ottimizzare la qualità e la shelf-life delle ciliegie.
Fonte testo e immagini: mundoagro.cl
Cherry Times - Tutti i diritti riservati