Effetti del diradamento dei dardi nei ceraseti Lapins: risultati e implicazioni agronomiche

10 ott 2025
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La gestione della carica nei ceraseti moderni ad alta densità è una pratica di fondamentale importanza per ottenere frutti di qualità senza compromettere la longevità e la produttività degli impianti.

L’adozione di cultivar autofertili e l’impiego di portinnesti a diverso vigore rende necessario regolare il carico produttivo al fine di bilanciare le esigenze vegetative con quelle riproduttive.

Tra le strategie proposte, il diradamento dei dardi fruttiferi (fruiting spur thinning, FST) è spesso indicato come un intervento capace di migliorare la distribuzione dei fotoassimilati e, di conseguenza, incrementare il calibro e la qualità dei frutti.

Tuttavia, le evidenze sperimentali non sempre hanno confermato tale ipotesi, soprattutto quando si considerano combinazioni cultivar/portinnesto caratterizzate da elevata vigoria.

Studio sperimentale in Cile

In questo contesto si colloca uno studio condotto in Cile su piante di ciliegio della cultivar “Lapins” in combinazione con il portinnesto “Mazzard F-12/1”, in sesto 5 x 2,5 m.

I ricercatori hanno applicato, 28 giorni prima della piena fioritura, tre livelli di rimozione dei dardi: 0, 50 e 75%.

L’obiettivo era valutare gli effetti di questa operazione sia sulla qualità dei frutti sia sullo sviluppo vegetativo, con particolare attenzione al rapporto area fogliare/frutti (LA/F), parametro spesso correlato alla capacità della pianta di soddisfare la domanda di assimilati dei frutti in accrescimento.

Il diradamento dei dardi non ha determinato incrementi significativi nel calibro, nel peso fresco o nel contenuto in solidi solubili totali (TSSC) dei frutti.

Effetti su qualità e vegetazione

In tutti i trattamenti, il diametro medio dei frutti si è mantenuto intorno ai 26 mm ed il TSSC attorno al 20,5%, valori non influenzati in maniera statisticamente significativa dal grado di diradamento dei dardi.

Questo aspetto suggerisce che, per la combinazione in esame, non sia stata la disponibilità di fotoassimilati a limitare la qualità della produzione, ma piuttosto la capacità intrinseca del frutto di agire come sink, ossia come recettore delle risorse assimilate.

Al contrario, l’intervento ha inciso sullo sviluppo vegetativo, in particolare sulla superficie fogliare.

La rimozione del 50% e del 75% dei dardi ha determinato un incremento del rapporto LA/F rispetto al controllo, ma con valori sufficienti a garantire l’approvvigionamento di carboidrati ai frutti.

Risposte fisiologiche osservate

Inoltre, nei trattamenti con diradamento al 50% si è osservato un aumento della dimensione fogliare, che ha compensato la riduzione del numero di foglie dovuta al diradamento.

Nel caso del 75%, invece, l’eccessiva rimozione di superficie fotosintetica ha comportato una riduzione complessiva dell’area fogliare per ramo, penalizzando in parte la crescita vegetativa.

Nel complesso, i risultati evidenziano come la risposta del ciliegio dolce al diradamento dei dardi sia fortemente dipendente dalla combinazione cultivar/portinnesto e dalle condizioni ambientali stagionali.

Nello specifico, occorre sottolineare che l’annata di prova è stata caratterizzata da un accumulo di freddo invernale limitato, con conseguente allegagione ridotta e basso carico di frutti.

Considerazioni applicative

Questo ha probabilmente influenzato l’efficacia del trattamento, rendendo superflua la riduzione artificiale della carica.

In termini applicativi, ciò porta a ritenere che il diradamento dei dardi non rappresenti una tecnica utile nelle annate o nelle situazioni in cui il potenziale produttivo della pianta è già ridotto, mentre potrebbe assumere rilevanza in stagioni caratterizzate da elevata allegagione e carico eccessivo.

In conclusione, lo studio mostra che, nel caso della combinazione “Lapins”/“Mazzard F-12/1”, il diradamento dei dardi non può essere considerato una tecnica affidabile di miglioramento qualitativo, ma resta una pratica potenzialmente utile come misura di regolazione della carica in annate ad alta produttività.

La sua applicazione dovrebbe essere valutata di anno in anno, sulla base delle condizioni climatiche e di carico produttivo.

Fonte: Correa, G., J. (2008). Efecto del raleo de dardos frutales en la translocación de 13C-fotoasimilados y en las características morfológicas de la pulpa de frutos de cerezo dulce (Prunus avium L.) cv. Bing injertado sobre el portainjerto Gisela 5. https://www.sidalc.net/search/Record/dig-inia-cl-20.500.14001-34887 

Fonte immagine: Wikimedia

Andrea Giovannini
Università di Bologna


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