Gestione integrata della nutrizione: la chiave per ciliegie cilene di qualità superiore

21 mag 2025
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La gestione integrata della nutrizione (GIN) è fondamentale per ottenere rese elevate e frutti di qualità, in modo sostenibile nel tempo. La GIN è stata adottata con successo da importanti aziende produttrici ed esportatrici di ciliegie in Cile.

Per competere nei mercati mondiali è necessario produrre frutti della migliore qualità, con buon calibro, adeguata consistenza, sufficiente contenuto di sostanza secca e peduncolo resistente. Queste condizioni garantiscono che il frutto possa sopportare lunghi viaggi e mantenere una vita post-raccolta ottimale fino al consumo finale.

Tali requisiti assumono un’importanza ancora maggiore in un contesto di mercato sempre più competitivo, principalmente a causa della sovraofferta di ciliegie in mercati chiave, come la Cina. Una volta definite varietà, portinnesto, clima (in parte controllabile) e suolo, è la gestione agronomica a determinare – almeno – il 50% del risultato finale.

Tra queste pratiche, la nutrizione, insieme all’irrigazione, è uno degli aspetti fondamentali per raggiungere gli obiettivi produttivi in termini di resa e qualità. Tuttavia, la gestione nutrizionale non consiste nell’applicare grandi quantità di nutrienti, bensì nel fornire solo quanto strettamente necessario. È essenziale disporre di un suolo che funzioni correttamente e fornisca una parte significativa dei nutrienti richiesti, in modo continuo e sostenibile.

Gestione integrata della nutrizione

Nel presente articolo vengono illustrate le basi della Gestione Integrata della Nutrizione nel ciliegio, un concetto applicato con successo da importanti aziende cilene produttrici ed esportatrici di ciliegie.

Immagine 1. I risultati a lungo termine con la MIN includono un buon apparato radicale e un'alta percentuale di radici fini.

La Gestione Integrata della Nutrizione (GIN) è un componente essenziale del concetto di Agricoltura Rigenerativa (AR), il cui obiettivo è ripristinare o migliorare la salute del suolo attraverso il recupero del carbonio (materia organica) nel suolo e aumentare l’efficienza produttiva, ossia produrre di più con meno input esterni.

La GIN può essere definita come l’integrazione dei migliori strumenti e tecnologie disponibili per una gestione efficiente e sostenibile della nutrizione, che consente di raggiungere gli obiettivi produttivi in termini di resa, qualità e stabilità della produzione, garantendo efficienza e sostenibilità.

Nella Figura 1 sono presentati i principali componenti della GIN, con particolare attenzione all’uso di strumenti diagnostici come base di un programma nutrizionale, alla regolazione delle dosi di nutrienti e all’utilizzo di materia organica di diversa labilità, tra gli altri.

Diagnostica e variabilità del suolo

L’impiego di strumenti diagnostici è essenziale nella progettazione di un programma di GIN, in quanto fornisce informazioni chiave per identificare i fattori limitanti del suolo e le relative soluzioni. Un campionamento adeguato del suolo, con almeno 20 sottocampioni per ogni campione composto, permette di stimare la media della proprietà di interesse con buona accuratezza (~10%).

Figura 1. Componenti di un programma di gestione integrata dei nutrienti per il ciliegio

Anche se le decisioni di gestione basate sulla media possono essere un buon punto di partenza, questa è fuorviante, poiché maschera aree con carenze o eccessi. L’ideale è avviare un programma di GIN con una mappatura dettagliata del suolo, che consenta di identificare e classificare i fattori limitanti in modo sito-specifico.

Nella Figura 2 sono presentate mappe di proprietà selezionate del suolo in un appezzamento di ciliegi, da cui emerge un’elevata variabilità spaziale del contenuto di materia organica e della disponibilità di fosforo (P), potassio (K) e calcio (Ca), rendendo necessarie correzioni sito-specifiche.

Fondamenta della gestione integrata della nutrizione

Nella Figura 3 è illustrato uno schema semplificato del sistema suolo-acqua-pianta-microorganismi. In presenza di acqua (pioggia o irrigazione) si crea un equilibrio dinamico tra la fase solida e la soluzione del suolo. La fase solida rilascia nutrienti nella soluzione del suolo, da cui le piante li assorbono.

Quando si fertilizza, si aumenta la concentrazione di nutrienti nella soluzione, e questi possono migrare nella fase solida.

Figura 2. Variabilità spaziale di alcune proprietà del suolo in un ceraseto.

Questo equilibrio è influenzato dalla pianta stessa, che assorbe nutrienti ma li rilascia anche attraverso la decomposizione dei suoi tessuti (radici, foglie, potature, ecc.); dai microrganismi eterotrofi del suolo, che consumano nutrienti dalla soluzione ma li restituiscono attraverso la loro attività metabolica; dalle proprietà fisiche del suolo, con i suoli argillosi che rilasciano i nutrienti più lentamente ma in modo più costante rispetto ai suoli sabbiosi; e dalle proprietà chimiche, come il pH, che regola l’equilibrio dei nutrienti in soluzione.

Figura 3. Sistema suolo-pianta-acqua-microorganismi gestito attraverso il sistema di gestione integrata dei nutrienti.

Strategie nutrizionali integrate nel ciliegio

Con il meglio delle conoscenze agronomiche, questo sistema viene controllato in modo da massimizzare l’apporto di nutrienti alla soluzione del suolo e ottimizzare la loro assunzione attraverso la formazione di abbondanti radici fini. Gli obiettivi della GIN nel ciliegio si raggiungono attraverso l’integrazione delle seguenti strategie (figura 4):

1. Correggere il suolo in base ai principali fattori limitanti
Le correzioni più frequenti comprendono l’applicazione di materia organica, carbonato di calcio (calce), solfato di calcio (gesso agricolo), fosforo e potassio. Nell’ambito frutticolo, circa il 20% della superficie necessita di ammendanti organici, il 50% richiede calce, il 30% ha bisogno di fosforo, il 40% di potassio, mentre solo il 5% risulta carente in magnesio (Mg).

2. Regolare le dosi di nutrienti
Il ciliegio presenta fabbisogni nutritivi moderati. Le richieste medie, comprensive dei nutrienti necessari per frutti, foglie, germogli, dardi, radici e frutto, ammontano a 6 kg di azoto (N) per tonnellata, 1,5 kg di P₂O₅/ton e 8 kg di K₂O/ha. Le estrazioni, cioè i nutrienti che vengono esportati con il frutto, sono generalmente basse, con una media di 2 kg N/ton, 0,8 kg P₂O₅/ton, 3 kg K₂O/ton e 0,12 kg Ca/ton. Per quanto riguarda il calcio, una resa di 15 ton/ha comporta l’estrazione di circa 2 kg Ca/ha.

3. Utilizzo di inibitori della nitrificazione
Questa tecnologia riduce le perdite di azoto per lisciviazione o denitrificazione, garantendo l’apporto di azoto mineralizzato. Inoltre, mantiene un rapporto ottimale N-NH₄/N-NO₃, contribuendo all’equilibrio del vigore degli alberi e favorendo l’assorbimento di altri nutrienti, come il fosforo, stimolando la crescita delle radici. È stato dimostrato che gli inibitori della nitrificazione non alterano la microbiota del suolo.

Immagine 2. La gestione integrata della nutrizione è fondamentale per ottenere rese elevate e qualità dei frutti.

Materia organica e biostimolanti

4. Applicazioni di materia organica a diversa labilità
L’applicazione di materia organica ha diversi obiettivi, tra cui migliorare la qualità del suolo, stimolare l’attività biologica, bio-stimolare l’albero o sequestrare metalli come il rame. Va sottolineato che la maggior parte dei suoli destinati alla coltivazione del ciliegio presenta alti livelli di Cu-DTPA; per questo si consiglia l’uso di materiali organici recalcitranti, come le sostanze umiche da leonardite.

5. Uso di biostimolanti microbici e non microbici
L’obiettivo è stimolare lo sviluppo radicale e migliorare l’assorbimento di acqua e nutrienti, in particolare del calcio. Questo si ottiene attraverso diversi meccanismi, tra cui la solubilizzazione dei nutrienti, la produzione di ormoni, la soppressione delle malattie e l’induzione della resistenza sistemica.

Stima delle dosi di nutrienti nel ciliegio

Le dosi di nutrienti si stimano in modo diverso a seconda del nutriente considerato (figura 5). Per i nutrienti che non si perdono nel suolo (come fosforo, potassio e magnesio), si utilizza il concetto di costruzione + mantenimento, ovvero si porta il suolo al suo livello critico e poi si fertilizza solo reintegrando quanto estratto.

Per l’azoto (N), si esegue un bilancio tra domanda e offerta, considerando l’azoto residuo, quello mineralizzato e quello fornito dall’acqua di irrigazione. Il valore mediano di N apportato dal suolo tramite mineralizzazione nei suoli coltivati a ciliegio è di 80 kg N/ha nella banda (50%).

Figura 4. Strategie per aumentare la disponibilità e l'assorbimento dei nutrienti e la tolleranza allo stress

GIN e qualità del frutto

Per ottenere frutti di qualità in termini di calibro e consistenza, oltre a pratiche agronomiche come potatura, diradamento e controllo del vigore, è necessario regolare l’azoto e assicurare un apporto e un’assimilazione adeguati di calcio. Un frutto consistente dovrebbe avere tra lo 0,8 e l’1% di azoto, su base di materia secca (bms), e una concentrazione di calcio (Ca) > 600–1000 mg/kg bms. Per questo motivo, il bilancio dell’azoto è essenziale.

Figura 5. Metodi di stima delle dosi di nutrienti nel ciliegio.

Considerando una resa di 15 tonnellate per ettaro, le dosi non dovrebbero superare i 60 kg N/ha nei suoli con 2% di sostanza organica. Inoltre, la dose pre-raccolta non dovrebbe superare il 30% della dose totale (20 kg N/ha).

È anche fondamentale mantenere buone concentrazioni di calcio nel suolo (> 5 cmol(+)/kg), per cui è necessario apportare gesso agricolo se il pH è superiore a 6,5, oppure carbonato di calcio (CaCO₃) o calce dolomitica (CaCO₃ + MgCO₃) se il pH è acido (< 6,5) e i livelli di magnesio sono bassi.

È inoltre raccomandata l’applicazione di materia organica con labilità adeguata al sito e di biostimolanti microbici (PGPR). Il risultato sarà un frutto consistente, ben calibrato e più omogeneo (figura 6).

Figura 6. Effetto dell'uso di biostimolanti microbici e non microbici sulla compattezza e sull'omogeneità di compattezza del ciliegio di Santina

Risultati a lungo termine con la GIN

Diverse aziende produttrici ed esportatrici di ciliegie di successo hanno adottato il concetto di gestione integrata della nutrizione, ottenendo i seguenti risultati:

  • Miglioramento della qualità complessiva del suolo
  • Riduzione degli apporti esterni di nutrienti
  • Rapporto N-NH₄/N-NO₃ quasi perfetto nel suolo
  • Frutteti sani e ben bilanciati, con entrata in produzione anticipata
  • Elevata attività biologica del suolo
  • Alberi con apparati radicali sviluppati e abbondanti radici fini
  • Frutti di alta qualità

La resa e la qualità del ciliegio si costruiscono a partire dal suolo. Un suolo che “funziona” è in grado di fornire una buona parte dei nutrienti necessari alla coltura, contribuendo anche a migliorare la tolleranza agli stress biotici e abiotici.

Un suolo di buona qualità consente un apporto costante di nutrienti, rendendo meno rilevante il momento di applicazione e semplificando così la gestione nutrizionale.

Rodrigo Ortega e Maria Mercedes Martinez
Mundoagro

Fonte testo e immagini: Mundoagro


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