La gestione della nutrizione minerale nei ceraseti rappresenta ancora oggi una sfida importante per produttori e tecnici del settore, soprattutto in assenza di linee guida calibrate sulle specifiche condizioni pedoclimatiche.
Il caso della Grecia ne è un chiaro esempio: il Paese ha una produzione annua di 45.000–113.000 tonnellate, pari al 7–8% del totale europeo, ma le disposizioni sulla concimazione minerale sono ancora largamente basate su dati empirici o derivati da altre specie frutticole.
Per porre luce su questo tema, un recente studio condotto in Grecia su due ceraseti commerciali con portinnesti “MaxMa 14” e “CAB-6P”, si è posto l’obiettivo di sviluppare un modello predittivo delle perdite totali di nutrienti utilizzando come unico parametro di input la resa in frutta fresca.
Lo studio si è basato su un’analisi completa dei vari “compartimenti” della pianta (frutto, peduncolo, foglie cadute, residui di potatura), delle proprietà del suolo e dello stato nutrizionale fogliare.
Analisi dei nutrienti
Nonostante diWerenze di tessitura e pH del suolo, la disponibilità di nutrienti è risultata generalmente adeguata, con valori leggermente inferiori alle soglie di suWicienza solo per ferro e zinco.
L’analisi multivariata ha evidenziato schemi specifici di distribuzione: l’azoto è risultato equamente ripartito tra frutto, peduncolo e residui di potatura; il potassio concentrato soprattutto in frutto e peduncolo, con una sua ridistribuzione dalle foglie ai frutti in annate ad alta produzione; calcio e magnesio prevalentemente accumulati nelle foglie cadute.
I ricercatori hanno trovato una forte correlazione (r2 > 0,8) tra la resa (frutti freschi) e l’assorbimento di azoto (N), fosforo (P), potassio (K), magnesio (Mg), boro (B) e rame (Cu), ciò ha permesso di elaborare modelli predittivi aWidabili delle perdite totali di nutrienti.
Le stime annuali di rimozione sono risultate pari a 85,6 kg ha−1 di N, 8,94 kg ha−1 di P, 42,7 kg ha−1 di K e 12,0 kg ha−1 di Mg.
Riciclo dei nutrienti
Tuttavia, una quota rilevante di questi elementi rimane nei residui di potatura e nelle foglie cadute: rispettivamente 51,8 kg ha−1 di N, 6,2 kg ha−1 di P, 19,0 kg ha−1 di K e 10,4 kg ha−1 di Mg, a testimonianza del potenziale di riciclo dei nutrienti nei sistemi frutticoli.
Il punto di forza del modello proposto risiede nella semplicità: basandosi solo sul dato di resa in frutti, parametro già monitorato da ogni produttore, consente di stimare con buona precisione le perdite totali senza ricorrere ad analisi di laboratorio o a campionamenti organo-specifici.
Questo approccio riduce i costi di monitoraggio e può essere immediatamente applicato in azienda per la gestione della concimazione.
Inoltre, l’integrazione di questo approccio oWre un duplice vantaggio: da un lato permette di dimensionare gli apporti esterni in funzione delle reali rimozioni, riducendo il rischio di eccessi e sprechi; dall’altro valorizza il ruolo dei residui colturali come fonte di nutrienti, da reintegrare al suolo attraverso pratiche di gestione della biomassa.
Verso una nutrizione razionale
In conclusione, lo studio fornisce una metodologia nuova, meno empirica, per stimare le perdite annuali di nutrienti nei ceraseti, ponendo le basi per strategie di nutrizione minerale più precise.
Pur trattandosi di un primo passo, con necessità di validazione su più annate e contesti pedologici, i risultati mostrano come la resa possa diventare un indicatore operativo per bilanciare perdite e riciclo dei nutrienti, supportando una gestione degli input più razionale.
Fonte: Karampatzakis, I., Bilias, F., Polychroniadou, C., Tanou, G., Kekelis, P., Theofilidou, A., Giannopoulos, G., Pavlatou-Ve, A., & Aschonitis, V. (2025). Assessing Nutrient Losses and Recycling in Sweet Cherry Orchards: A Yield-Based Approach. Agriculture, 15(12), 1312. https://doi.org/10.3390/agriculture15121312
Fonte immagine: SL Fruit Service
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