Le ciliegie siciliane di Chiusa Sclafani fanno poker al XXV concorso nazionale Ciliegie d’Italia

04 giu 2024
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Dopo la ricotta, sul podio delle eccellenze agroalimentari italiane approdano le ciliegie di Chiusa Sclafani. Le drupe chiusese si piazzano nei primi quattro posti al venticinquesimo concorso nazionale “Ciliegia d’Italia”. La migliore “Ciliegia d’Italia 2024” in assoluto, è quella dell’azienda Caronia/Vellino con 469 voti, al secondo posto Rosanna Gullo con 460 voti, al terzo Vincenzo Pollichino con 450 voti e al quarto Giuseppina Mendola con 449 voti, tutte di Chiusa Sclafani.

La manifestazione che ha sancito la vittoria della ciliegia di Chiusa Sclafani si è tenuta a Raiano, in Valle Peligna, nel cuore dell’Abruzzo, in concomitanza con la festa di San Venanzio, patrono della cittadina che onora il frutto simbolo della comunità raianese. La Sagra delle Ciliegie di Raiano, conosciuta anche come Maggiolata, si è arricchita negli anni grazie alla fiera dell’agroalimentare e al concorso dei vini.

Quest’anno, inoltre, nel programma è stata inserita anche la premiazione del 1° Concorso Ratafià Amatoriale.

“Che la ciliegia di Chiusa Sclafani è la più straordinaria d’Italia l’abbiamo sempre saputo – dice Angelo Vellino storico produttore della cittadina dei Sicani – questo è il risultato conseguito grazie al grande impegno, alla professionalità e ai sacrifici di tutti i produttori”.

Per il sindaco Francesco Di Giorgio: “Il riconoscimento conquistato ci rende orgogliosi e felicemente contenti sia per lo sforzo che l’Amministrazione quotidianamente dedica alle produzioni locali, sia per gli imprenditori chiusesi che con sacrifici riescono a produrre queste eccellenze. Il successo va riconosciuto anche alle altre aziende che hanno conquistato il secondo, terzo e quarto posto".

"Chiusa Sclafani si appresta a festeggiare la 55^ edizione della “Sagra delle Ciliegie”, che si terrà domenica 16 giugno 2024, questi onorificenze contribuiscono a richiamare i numerosi buongustai dell’intero territorio siciliano”.

Nel corso della sagra sarà possibile degustare, oltre alla ciliegia, i formaggi, la ricotta più buona d’Italia (2023), ma anche altre tre prelibatezze della gastronomia locale: i cannoli, segnalati nella Guida di Repubblica, la Ranza e Ciura, una sfoglia a strati arricchita dalla maggiorana, acciughe e olio extravergine di oliva, orgoglio dei Sicani e la Tabisca, condita con olio extravergine di oliva, altra prelibatezza locale, con acciughe e origano di montagna.

Il territorio chiusese, grazie al suo particolare microclima, rappresenta uno degli areali preferiti da questa coltura. Con una produzione che si attesta sulle 400 tonnellate circa, la ciliegia costituisce, per la comunità chiusese, un prodotto di pregio. La testimonianza della presenza della coltivazione della ciliegia nel territorio chiusese, grazie ad alcuni lasciati in favore del Monastero di Santa Maria del Bosco, si fa risalire alla metà del 1500.

Agli inizi del XX secolo, il medico palermitano Giuseppe Pitrè, descrivendo la festa del SS. Crocifisso di Chiusa Sclafani, riportava che ..”nello stesso paese si coltivano delle ciliegie davvero saporite, che vengono mangiate nel periodo della festa”. Nel periodo fascista divenne celebre una canzone, oramai timidamente fissata nei ricordi degli anziani, che annoverando le ricchezze dei paesi dei monti Sicani, inneggiava “a Chiusa pi cirasi boni”.

I chiusesi, comunque, da tempo hanno la nomea, affibbiata dagli abitanti dei paesi vicini di “cirasara”.

Alla fine degli anni sessanta, si ebbe la vera consacrazione della ciliegia, con l’istituzione della sagra da parte della Pro-loco locale. Da quell’anno in poi, è stato un susseguirsi di iniziative che hanno consentito alla piccola drupa di farsi conoscere e apprezzare in tutta la Sicilia.

Grazie ai finanziamenti della “forestazione produttiva” di Agenda 2000 negli ultimi anni nel territorio sono state introdotte altre varietà autofertili. Tra queste hanno trovato condizioni ideali la Ferrovia, Frisco, Celeste, Van, Stella, e Sweet heart. La vera ciliegia di Chiusa restano gli ecotipi locali: la cappuccia, la muscatedda bianca e russa e la caddusa, dal sapore ineguagliabile.

Gran parte della produzione è a coltivazione biologica. L’obiettivo degli amministratori locali, è quello di far nascere un’associazione di produttori e quindi richiedere il riconoscimento di indicazione geografica protetta (DOP).

Fonte: Mario Liberto, Sicilia Agricoltura
Immagine: SL Fruit Service


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