Le sfide della campagna cerasicola italiana: un'annata complessa tra piogge e consumi in diminuzione

02 set 2024
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La campagna delle ciliegie del 2024 in Italia si è rivelata particolarmente impegnativa a causa di condizioni climatiche avverse e di una domanda interna poco dinamica. Diverse regioni italiane, come la Puglia, la Campania, il modenese e la Romagna, hanno sofferto per le abbondanti piogge che hanno compromesso la qualità e la quantità della produzione.

In particolare, in Campania, il cracking causato dalle piogge ha ridotto significativamente i volumi produttivi, mentre in Puglia la fioritura scarsa ha portato a un calo del 20% della produzione rispetto a una stagione normale, sebbene in aumento rispetto al 2023, che era stato un anno particolarmente scarso.

Anche le aree del modenese e della Romagna hanno registrato una produzione discreta, ma comunque al di sotto del loro potenziale, a causa delle condizioni meteorologiche avverse. La qualità dei frutti è stata spesso compromessa, soprattutto nella zona di Verona a causa delle piogge.

A livello nazionale, l'offerta di ciliegie per il 2024 si è mantenuta in linea con la media delle ultime cinque stagioni, che hanno visto una produzione media di circa 100.000 tonnellate all'anno. Tuttavia, il 2023 si era distinto come un anno negativo, con una produzione di soli 93.000 tonnellate, il valore più basso degli ultimi cinque anni.

Le superfici coltivate, nel periodo 2019-2023, non hanno subito variazioni significative, rimanendo stabili attorno ai 29.000 ettari. La Puglia si conferma una delle regioni più vocate alla coltivazione di ciliegie, con il 64% del territorio nazionale, seguita da Campania, Veneto ed Emilia-Romagna.

Sul fronte del commercio estero, l'export italiano di ciliegie ha subito fluttuazioni significative negli ultimi cinque anni. Dopo aver raggiunto un picco di oltre 9.500 tonnellate nel 2021, i volumi esportati sono calati progressivamente, attestandosi a circa 5.800 tonnellate nel 2023, con una riduzione del 25% rispetto all'anno precedente.

Nonostante il calo dei volumi, il valore delle esportazioni è aumentato del 6% rispetto al 2022, grazie ad un incremento del prezzo medio del 42%, raggiungendo oltre 33 milioni di euro. La maggior parte delle esportazioni è destinata ai paesi dell'Unione Europea, con la Germania come principale, seguita da Austria e Svizzera.

Le importazioni di ciliegie in Italia, invece, sono aumentate notevolmente nel 2023, superando le 12.000 tonnellate, più del doppio rispetto al 2022, riflettendo una maggiore dipendenza dalle forniture estere per soddisfare la domanda interna. La Grecia è diventata il principale fornitore, superando la Spagna, con un volume di oltre 5.100 tonnellate; mentre circa il 17% dei volumi provengono dall’estero, principalmente dalla Turchia.

Dal punto di vista dei consumi interni, il 2023 ha visto un calo significativo, con le famiglie italiane che hanno acquistato solo 19.000 tonnellate di ciliegie fresche, contro le oltre 34.000 del 2022, una diminuzione del 54%. Questo calo è stato accompagnato da un aumento del prezzo medio del 45%, raggiungendo i 6,46 €/kg, il che ha ulteriormente scoraggiato gli acquisti.

Il canale principale di distribuzione rimane la grande distribuzione, che ha rappresentato il 57% del totale delle vendite, seguita dai mercati ambulanti e dai fruttivendoli.

Tuttavia, anche in questi canali si è registrato un calo dei volumi acquistati. La situazione economica difficile e il conseguente calo del potere d'acquisto delle famiglie hanno avuto un impatto negativo sui consumi di ciliegie, con una contrazione significativa degli acquisti anche tra le famiglie con bambini, che storicamente rappresentavano un segmento importante del mercato.

Fonte: Brunello B., Lodi D. Produzione sottotono per le abbondanti piogge e consumi non incoraggianti. Rivista di Frutticoltura, 6, 2024, p. 40-43.
Immagine: SL Fruit Service

Andrea Giovannini
Università di Bologna (IT)


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