Ciliegie dolci: come scegliere il portinnesto migliore per qualità, resa e sostenibilità

03 ott 2025
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La crescente richiesta di ciliegie dolci sui mercati internazionali rende necessaria un’ottimizzazione della produzione. Una delle peculiarità dei ceraseti moderni è l’alta densità d’impianto, in cui la scelta del portinnesto riveste un ruolo fondamentale.

Uno studio pubblicato recentemente, condotto in Turchia tra il 2018 ed il 2020, ha analizzato come le caratteristiche morfologiche, pomologiche e biochimiche degli alberi e dei frutti siano fortemente influenzate dalla combinazione nesto/portinnesto.

Le cultivar utilizzate nello studio sono state “0900 Ziraat” e “Regina” innestate sui portinnesti “Krymsk 5”, “Gisela 6” e “Piku 1”.

Portinnesti e caratteristiche morfologiche

Il portinnesto “Krymsk 5” si è distinto per un vigore vegetativo superiore e per la produzione di frutti con un peso maggiore ed un contenuto più elevato di composti fenolici, mentre “Gisela 6” ha conferito una maggiore consistenza della polpa, parametro molto importante per la resistenza alle manipolazioni post-raccolta e per il gusto dei consumatori.

“Piku 1”, pur contenendo la vigoria della pianta, ha mostrato valori generalmente intermedi in termini di peso e dimensioni dei frutti, e con anche interessanti risultati nelle caratteristiche qualitative dei frutti.

L’analisi comparativa delle due cultivar ha mostrato differenze: “0900 Ziraat” ha prodotto frutti più grandi in termini di peso, lunghezza e diametro, mentre “Regina” si è distinta per un maggiore contenuto in vitamina C, antociani e capacità antiossidante.

Impatto sulla produzione e sulla qualità

I risultati confermano l'importanza di utilizzare portinnesti semi-nanizzanti e adatti alle condizioni pedoclimatiche locali per migliorare l'efficienza produttiva, ridurre i costi di gestione ed aumentare la sostenibilità degli impianti intensivi.

Il portinnesto, infatti, non solo condiziona lo sviluppo vegetativo e la precocità di entrata in produzione, ma influenza anche qualità tecnologiche e caratteristiche biochimiche dei frutti.

In questo contesto (Turchia), “Krymsk 5” è emerso come un portinnesto promettente per combinazioni con varietà di pregio, grazie a vigoria equilibrata ed arricchimento in composti fenolici, mentre “Gisela 6” si è confermato ideale laddove la consistenza della polpa e la stabilità dei parametri di qualità siano prioritari.

Strategie per la scelta varietale

Infatti, la scelta varietale non dovrebbe basarsi esclusivamente su resa e pezzatura, ma considerare anche la composizione nutrizionale del frutto ed i suoi benefici per la salute.

Questi risultati forniscono indicazioni pratiche a tecnici e produttori: la scelta del portinnesto deve essere pianificata in funzione delle caratteristiche pedoclimatiche, delle esigenze colturali, e del target di mercato.

Nei mercati che privilegiano frutti di grande calibro e ricchi in sostanze bioattive, l’adozione di “Krymsk 5” in combinazione con “0900 Ziraat” appare vincente.

Al contrario, per filiere orientate ad una maggiore conservabilità e resistenza alle manipolazioni, la combinazione “Regina” su “Gisela 6” offre vantaggi significativi.

Prospettive per la cerasicoltura moderna

L’interazione tra portinnesto e varietà rende necessario un approccio sperimentale locale per definire le migliori combinazioni in funzione delle specifiche aree di coltivazione; infatti, non esiste un portinnesto universalmente ottimale.

In conclusione, lo studio mostra come la selezione dei migliori portinnesti non sia una semplice pratica vivaistica, ma uno strumento strategico per la competitività della cerasicoltura moderna.

“Krymsk 5”, “Gisela 6” e “Piku 1” si confermano opzioni valide per le condizioni turche, con differenze nella vigoria degli alberi e nella qualità dei frutti.

Una corretta scelta e gestione può permettere di incrementare resa, qualità e sostenibilità delle produzioni, rispondendo sia alle esigenze dei produttori che alle aspettative del mercato.

Fonte: Ozturk, B., Belen, S., & Aglar, E. (2025). Assessing the impact of Krymsk 5, Piku 1 and Gisela 6 rootstocks on morphological and quality characteristics of sweet cherry. BMC Plant Biology, 25(1), 512. https://doi.org/10.1186/s12870-025-06455-4 

Fonte immagine: Alara

Andrea Giovannini
Università di Bologna


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