Tra le possibili avversità biotiche che possono colpire il ciliegio, una delle principali specie parassite è l'afide Myzus cerasi (Fabricius) (Hemiptera: Aphididae). Il principale indizio della presenza di questo insetto sulle piante è la deformazione delle giovani foglie e il progressivo arricciamento verso l'interno dei germogli apicali.
Myzus cerasi è anche un importante trasmettitore di numerosi virus vegetali e non bisogna poi dimenticare che quando una pianta è attaccata dagli afidi è comune l’insorgenza di fumaggini. Questi danni all’apparato vegetativo influenzano negativamente il tasso di fotosintesi e, di conseguenza, può portare alla produzione di frutti di qualità inferiore.
Ma facciamo un passo indietro: come riconoscere questo insetto? Il colore del corpo degli individui atteri (ovvero la forma dell’insetto senza ali) di M. cerasi va dal marrone scuro al nero e il corpo è lucido. Sull'addome giallo-marrone degli individui alati sono invece presenti estese macchie.
Questo afide ha la capacità di migrare tra ospiti primari (alberi) e secondari (piante erbacee), che gli garantisce la sopravvivenza durante tutta la stagione vegetativa. In inverno, le femmine senza ali emergono dalle uova depositate sui giovani germogli e alla base delle gemme. Poi in primavera, le femmine si sviluppano sul fogliame dei giovani germogli dei ciliegi. Successivamente, all'inizio dell'estate, gli individui alati migrano verso ospiti secondari.
Le fluttuazioni della popolazione e numerosi parametri biologici degli insetti sono significativamente influenzati dalla temperatura, che è il fattore ambientale più critico, soprattutto se messo in relazione con i cambiamenti climatici in atto.
Si prevede che i cambiamenti nei valori delle temperature influenzeranno l'espansione delle aree di distribuzione delle specie invasive, la sopravvivenza delle specie durante la stagione invernale, l'aumento del numero di generazioni e la trasmissione di malattie delle piante da parte dei parassiti.
Lo studio condotto presso l'Università Onsekiz Mart di Çanakkale (Turchia) è stato progettato per studiare la fluttuazione stagionale della popolazione di M. cerasi nei ceraseti e l'impatto di diverse temperature simulate in laboratorio sui parametri del ciclo di sviluppo dell’insetto.
I risultati sul campo hanno indicato che l'aumento della temperatura tra le stagioni ha avuto un impatto positivo sulle fluttuazioni di popolazione e sulle densità di M. cerasi. Inoltre, i risultati di laboratorio hanno indicato che M. cerasi è sopravvissuto e si è riprodotto a tutte le temperature testate in laboratorio.
La longevità delle femmine è stata più alta (19 giorni) con temperature di 20°C, mentre si è ridotta fino a 12 giorni quando il termometro è salito a 30°C. Similmente anche il tasso di fecondità si è ridotto da 10 neanidi per femmina a 20°C a 7 in condizioni di 30°C. A 30°C sono stati determinati i più alti tassi di incremento intrinseci e finiti, e non c'è stata alcuna differenza significativa tra questi valori e quelli a 25°C.
Il tempo medio di generazione di M. cerasi è risultato significativamente diverso a tutte le temperature testate, diminuendo da 22,59 giorni a 20°C a 12,78 giorni a 30°C. Di conseguenza, i risultati di questo studio indicano che la fluttuazione stagionale della popolazione di M. cerasi sono state sostanzialmente influenzate dalle diverse temperature sia in campo che in laboratorio.
In questo caso possiamo quindi concludere che il cambiamento climatico potrebbe aiutare i cerasicoltori nel contenimento di questo insetto.
Fonte: Şahin Kök, İsmail Kasap, Seasonal population fluctuation and life history in different temperatures of Myzus cerasi (Hemiptera: Aphididae) on cherry trees: a field and laboratory study, Journal of Economic Entomology, Volume 117, Issue 3, June 2024, Pages 865–875, https://doi.org/10.1093/jee/toae041.
Immagine: Biolib
Melissa Venturi
Università di Bologna (IT)
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