Oggi nel mondo si coltivano oltre 600 varietà di ciliegio dolce e purtroppo nessuna può essere considerata completamente immune al cracking.
Quali sono le conoscenze attuali su questo problema, e quali possono essere le strategie di mitigazione da adottare?
Il cracking, infatti, è un fenomeno fisiologico complesso, influenzato sia dall’ambiente sia da molti geni.
Quando si parla di cracking nei frutti del ciliegio dolce, è possibile distinguerne due tipi: 1) il macrocracking, con spaccature grandi e profonde che raggiungono gli strati cellulari interni e sono visibili a occhio nudo e 2) il microcracking, molto più piccolo e difficile da individuare a occhio nudo.

Tipologie di cracking
Esso può comparire nella zona del calice, nella cavità peduncolare e nella parte laterale del frutto (guancia).
Le fessure vicino a calice e picciolo sono spesso superficiali e compaiono quando il frutto non è ancora completamente maturo.
Normalmente possono essere tollerate da alcuni consumatori, purché non si accompagnino a infezioni fungine.
Al contrario, le spaccature laterali sono molto più profonde e raggiungono la polpa, rendendo il frutto poco accettabile dal punto di vista commerciale.
Tecniche di mitigazione
Per cercare di minimizzare l’insorgenza del cracking dei frutti sono state testate numerose tecniche.
In primis, l’uso di coperture (come tunnel e reti anti-pioggia) permette di ridurre il quantitativo di acqua che arriva alle piante e ai frutti e si è visto che può portare ad una riduzione del cracking del 40%.
In seconda battuta, i trattamenti di alcuni composti potrebbe favorire un abbassamento di questo fenomeno.
Ad esempio, i trattamenti a base di calcio o di silicato di sodio vengono applicati per migliorare le caratteristiche dell’epidermide, ma non sempre i risultati ottenuti sono stati positivi.

Trattamenti e ricerca
L’acido abscissico, le gibberelline e il metil-jasmonato potrebbero essere alternative ma gli studi condotti hanno mostrato risultati contrastanti.
Infine, anche la putrescina, la glicina betaina e gli estratti di alghe aiutano a ridurre l’insorgenza di cracking.
Sebbene siano stati proposti diversi metodi colturali per limitare questo problema, la strategia più sostenibile rimane però selezionare varietà geneticamente più resistenti al cracking, poiché la suscettibilità dipende fortemente dalla cultivar.
“Cristalina”, “Fermina”, “Hedelfingen”, “Kordia”, “Regina”, “Summersun” e “Sue” mostrano una buona tolleranza, perciò, queste varietà rappresentano risorse preziose per creare in futuro cultivar sempre più resistenti.
Prospettive future
Anche se sono stati fatti passi avanti per capire come e perché si verificano queste spaccature nei frutti, il meccanismo completo non è ancora chiaro, soprattutto dal punto di vista genetico.
Le ricerche future dovranno concentrarsi su vari aspetti, tra cui: individuare nuovi geni coinvolti nella resistenza alla spaccatura; chiarire quali vie genetiche regolano l’attività degli enzimi che influenzano la comparsa del cracking durante la maturazione; analizzare l’insieme dei metaboliti (il cosiddetto metaboloma) delle diverse cultivar nei vari stadi di crescita, così da capire come eventuali cambiamenti chimici siano collegati al genoma e alle proteine della pianta.
In conclusione, la spaccatura del frutto nel ciliegio dolce è un problema complesso che richiede ulteriori studi e un forte coordinamento tra ricercatori, agronomi e breeder.
Solo sfruttando al meglio le risorse genetiche disponibili sarà possibile affrontare efficacemente questa sfida.
Fonte: Xu J, Chen L, Dong J, Jiang L and Hong L (2025) Overview of fruit cracking in sweet cherry (Prunus avium L.): causes, testing methods, mitigation strategies, and research perspectives. Front. Sustain. Food Syst. 9:1534778. doi: 10.3389/fsufs.2025.1534778
Fonte immagini: SL Fruit Service
Melissa Venturi
Università di Bologna
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