L’intensità luminosa è un parametro importante per la coltivazione del ciliegio dolce, specialmente in ambienti protetti come le serre. L’eccesso di luce può inibire la fotosintesi, ma per contro, un ombreggiamento prolungato può compromettere in modo significativo diversi parametri fisiologici della pianta.
In un recente studio, ricercatori dalla Cina hanno utilizzato sacchetti opachi per ombreggiare in modo localizzato dei rami di ciliegio dolce della cultivar “Tieton”, con l’obiettivo di valutare le variazioni nei parametri fotosintetici e biochimici delle foglie e la loro capacità di recupero.
Studio in serra e metodologia
Lo studio è stato condotto in serra su piante adulte e ha previsto l’utilizzo di sacchetti con una capacità di ombreggiamento del 23%, applicati su rami di 50 cm per periodi di 10, 20 e 30 giorni, seguiti da 10 giorni di esposizione alla luce (condizioni 10-10, 20-10 e 30-10).
I parametri monitorati includevano: tasso di fotosintesi netta (Pn), conduttanza stomatica (gs), concentrazione intercellulare di CO₂ (Ci), traspirazione (E), contenuto di clorofilla, zuccheri solubili, amido e attività di enzimi antiossidanti.
I risultati hanno mostrato che dopo 10 giorni di ombreggiamento, seguiti da 10 giorni di ripristino della luce (10-10), i valori fotosintetici e la composizione biochimica delle foglie risultavano pressoché indistinguibili rispetto al controllo, con un recupero quasi completo.
Effetti dell'ombreggiamento e recupero
In particolare, fotosintesi, gs, Ci e traspirazione sono tornati ai valori iniziali, così come i livelli di zuccheri (saccarosio, glucosio, fruttosio e sorbitolo) e amido, che sono tornati simili a quelli delle foglie non ombreggiate.
Tuttavia, il contenuto di clorofilla e di malondialdeide (MDA) risultavano più elevati rispetto al controllo, suggerendo una risposta adattativa che migliora la cattura della luce ma che porta ad un lieve stress ossidativo residuo.
Con periodi di ombreggiamento più prolungati (20-10 e 30-10), il recupero dei parametri fotosintetici è risultato incompleto. Dopo 20 giorni di ombreggiamento, il tasso di fotosintesi ha recuperato solo fino al 70% rispetto al controllo, mentre dopo 30 giorni il recupero è stato inferiore al 50%.
Conseguenze di ombreggiamenti prolungati
In queste condizioni, si è osservata una marcata riduzione dei livelli di zuccheri e amido, con accumulo di MDA e diminuzione dell’attività enzimatica di difesa (superossido dismutasi, perossidasi, catalasi), sintomo di uno stress ossidativo persistente.
La clorofilla è aumentata in risposta allo stress luminoso, ma questo incremento non è stato suYiciente a compensare la riduzione dell’eYicienza fotosintetica.
Questi risultati evidenziano che l’ombreggiamento mirato e temporaneo può rappresentare una strategia utile per proteggere il ciliegio dagli eccessi di luce senza compromettere la fotosintesi, purché la durata sia limitata.
Strategie e raccomandazioni colturali
In particolare, 10 giorni di ombreggiamento non hanno mostrato eYetti negativi duraturi e hanno consentito alle foglie di attivare meccanismi adattativi, come l’aumento del contenuto di clorofilla b, che migliora la cattura della luce diYusa.
Nel contesto della coltivazione in serra, dove il controllo del microambiente è più preciso, l’ombreggiamento localizzato può essere un valido metodo per la gestione dello stress luminoso, in grado di ottimizzare l’equilibrio tra protezione e condizioni ottimali per la fotosintesi.
Tuttavia, ombreggiamenti eccessivi (superiori ai 10 giorni) compromettono in modo significativo la capacità di recupero fisiologico delle foglie, con potenziali ripercussioni sulla produzione e sulla qualità dei frutti.
Fonte: Ai, J., Wu, M., Cai, F., He, M., Chen, Y., & Zhang, Q. (2025). EYect of Branch-Bagged Shading on the Photosynthetic Physiology of Sweet Cherry Leaves in a Greenhouse Environment. Horticulturae, 11(2), 136. https://doi.org/10.3390/horticulturae11020136
Fonte immagine: Fruitpac
Andrea Giovannini
Università di Bologna
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