La crescita del commercio mondiale negli ultimi dieci anni presenta oltre 900.000 tonnellate e una crescita del 266%

24 apr 2024
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Alessandro Palmieri - Università di Bologna (IT)
Comitato tecnico-scientifico di Cherry Times

In parallelo alla crescita dell’offerta, anche gli scambi commerciali di ciliegie nel mondo attraversano da tempo una fase di espansione, peraltro a ritmi ben più marcati. Nel decennio dal 2013 al 2022, difatti, la produzione mondiale è passata da 2,3 a 2,75 milioni di tonnellate, con un aumento pari al 20% circa, mentre i flussi commerciali sono saliti da 350.000 a 940.000 tonnellate (Figura 1), registrando quindi una crescita del 266%.

Se nel 2013 la percentuale di prodotto scambiato sul totale prodotto ammontava al 15%, nel 2022 ha rappresentato oltre il 33%. Interessante evidenziare anche la progressiva crescita dei prezzi medi di scambio che sono passati da circa 3 euro/Kg nel 2013 a 3,6-3,8 euro/Kg nel triennio 2019/21, per balzare a 4,6 euro/Kg nel 2022, tanto che proprio nell’ultimo anno esaminato, il valore della merce scambiata ha raggiunto il record di 4,3 miliardi di euro.

Sul versante delle esportazioni, la tabella 1 evidenzia i parametri attuali e l’evoluzione registrata nel decennio considerato per i principali paesi mondiali. In particolare, i primi 12 paesi esportatori concentrano attualmente oltre il 90% dell’export complessivo, mentre i primi 3 (escludendo Hong Kong, che è un semplice hub di transito), cioè Cile, Turchia e Stati Uniti coprono uno share del 50%.

Tabella 1 - Dati di sintesi dei principali paesi esportatori di ciliegie nel mondo (anni 2013-2022). Fonti: ITC. 
* Tasso Annuo di Variazione  ** (Exp-Imp)/(Exp+Imp)
PaesiRanking 2022Export medio per quinquennioShare (%)Evoluzione (%)Prezzo medio (€/Kg)Saldo normalizzato **(%)
2013/17 (A)2018/22 (B)2013/172018/22D (B/A)TAV *2013/172018/222013/172018/22
Cile184,5273,818,432,9224,023,93,904,46100,0100,0
Hong Kong250,6189,411,022,8274,333,13,544,31-17,8-2,5
Turchia362,374,213,68,919,02,82,082,11100,099,9
Stati Uniti482,468,717,98,3-16,6-4,04,905,9874,862,9
Azerbaijan511,025,72,43,1133,119,41,391,3898,099,0
Uzbekistan66,138,31,34,6525,65,91,941,95100,0100,0
Spagna725,128,95,53,515,41,92,542,9890,581,5
Grecia819,823,84,32,919,82,71,741,9096,099,4
Canada99,39,62,01,12,52,34,836,26-48,7-46,1
Moldova105,28,51,11,063,9-0,10,630,6667,796,2
Iran114,710,81,01,3132,411,40,911,04100,0100,0
Italia128,36,41,80,8-22,9-2,33,694,33-3,5-20,4


La tabella evidenzia, per ciascun paese, il volume medio di prodotto esportato nei 2 quinquenni che compongono il periodo di osservazione, il relativo share sul totale esportato nel mondo, il prezzo medio della merce esportata e la dinamica di periodo espressa sia in termini di valore differenziale fra le medie dei due quinquenni, sia come tasso medio annuo di variazione dell’intero decennio.

Infine, è riportato anche il saldo normalizzato di ciascun paese, sempre con riferimento ai due sottoperiodi individuati, al fine di comprendere la posizione commerciale del paese (esportatore, importatore o neutro).

Il Cile si conferma sempre più leader assoluto per volumi esportati, con una media che è passata da 85.000 tonnellate nel quinquennio 2013-2017 a quasi 274.000 tonnellate nel periodo 2018-2022, evidenziando un tasso medio annuo di crescita del 24%. Lo share è salito così attorno al 33%.

La seconda posizione è attualmente detenuta da Hong Kong, che nel tempo è divenuto sempre più hub di transito di riferimento per l’area asiatica, come testimoniato dal saldo normalizzato dell’ultimo quinquennio, pari a -2,5%, che indica una riesportazione quasi totale dei volumi importati.

La Turchia, terzo paese esportatore mondiale, espande i propri flussi del 19%, ma perde in termini di share per via della crescita tumultuosa del Cile, oltre ad altri paesi recentemente entrati con decisione nel mercato. All’opposto, gli Stati Uniti sono l’unico tra i primissimi paesi esportatori ad evidenziare un trend in diminuzione, da 82.000 a 68.000 tonnellate nei due periodi considerati, per uno share che attualmente vale l’8,3%.

A seguire, si collocano i due maggiori paesi emergenti nel panorama commerciale mondiale, cioè Azerbaijan e Uzbekistan, che registrano aumenti a ritmi del 20 e del 6% medio annui, benché con flussi molto altalenanti. Con volumi compresi fra 20 e 30.000 tonnellate annue si collocano poi i due principali player europei, Spagna e Grecia, che denotano entrambe una tendenza espansiva piuttosto simile, tra il 15 e il 20% complessivo.

L’Italia, infine, si colloca attualmente al 12° posto mondiale, con flussi estremamente oscillanti, che risentono dell’altalenante produzione interna, tanto da essere variati da 2.500 a 12.500 tonnellate nei 10 anni esaminati. Il dato tendenziale, comunque, è al ribasso (-2,3 % su base annua), e lo share mondiale non raggiunge ormai l’1% collocando l’Italia fra i paesi importatori, con un saldo normalizzato pari a -20% nell’ultimo quinquennio.

L’Italia mantiene tuttavia un posizionamento elevato del proprio export in termini di prezzo, con valori superiori a 4,3 euro/Kg di media negli ultimi 5 anni. Solamente Stati Uniti e Canada si collocano su livelli decisamente più alti, mentre il Cile è sostanzialmente alla pari.

Nettamente orientati verso merci low cost, invece, i restanti principali paesi esportatori, con valori fra 2 e 3 euro/Kg per Turchia, Spagna e Grecia e inferiori per gli altri casi esaminati, con punte minime inferiori a 1 euro/Kg per Moldova e Iran. Sul versante delle importazioni, la tabella 2 presenta informazioni del tutto analoghe alla tabella 1, ma riferite ai principali paesi importatori mondiali.

Tabella 2 - Dati di sintesi dei principali paesi importatori di ciliegie nel mondo (anni 2013-2022). Fonti: ITC
* Tasso Annuo di Variazione  ** (Exp-Imp)/(Exp+Imp)
PaesiRanking 2022Import medio per quinquennioShare (%)Evoluzione (%)Prezzo medio (€/Kg)Saldo normalizzato **(%)
2013/17 (A)2018/22 (B)2013/172018/22D (B/A)TAV *2013/172018/222013/172018/22
Cina181,0254,217,330,6213,825,96,406,38-100,0-100,0
Hong Kong266,6200,314,224,1200,623,94,714,95-17,8-2,5
Russia362,284,413,310,235,64,81,251,43-100,0-99,8
Germania440,746,38,75,613,83,13,013,16-77,9-80,8
Stati Uniti511,714,62,51,824,95,94,996,2374,862,9
Canada627,026,45,83,2-2,2-0,83,914,71-48,7-46,1
Regno Unito717,014,23,61,7-16,6-2,53,073,50-97,5-94,2
Taiwan89,111,91,91,430,022,36,637,94-100,0-100,0
Sud Corea913,315,42,81,915,93,17,948,38-100,0-100,0
Austria108,413,01,81,655,59,13,403,41-15,5-23,3
Iraq118,111,91,71,447,0-6,00,330,47-100,0-99,9
Italia168,59,51,81,112,2-0,32,442,74-3,5-20,4


I paesi protagonisti di quest’ultimo decennio sono stati, in questo caso, la Cina e Hong Kong, il cui import vale complessivamente il 55% con riferimento agli ultimi 5 anni, contro meno del 30% del periodo precedente. Entrambi i paesi denotano un tasso di crescita attorno al 25% medio annuo.

Aumenta sensibilmente anche la Russia, che si consolida come terzo paese per rilevanza della domanda, con quasi 85.000 tonnellate di import nel quinquennio 2018-2022, per uno share superiore al 10%. Su volumi inferiori, ma abbastanza simili per tassi di crescita, invece, si collocano gli Stati Uniti e la Germania, primo mercato dell’Unione europea in ordine di importanza.

Taiwan e Sud Corea completano, invece, il quadro dell’evidente sviluppo che sta avendo il consumo di ciliegie nell’area dell’estremo oriente asiatico. All’opposto, Canada e Regno Unito, sono gli unici paesi con una domanda flettente tra i top ten.

Relativamente all’Italia, nel 2022 si è posizionata al 16° posto nel ranking dei paesi importatori, con volumi medi pari a 9.500 tonnellate nella seconda metà del decennio esaminato e pari a 8.500 nella prima metà. La dinamica del Paese è sostanzialmente stabile, fatte salve anche in questo caso forti oscillazioni dovuti alla maggiore o minore produzione interna.

Interessante è notare che, relativamente al prezzo medio del prodotto importato, quello della merce richiesta dall’Italia è tra i più bassi nell’ambito dei principali importatori, attorno a 2,5 euro/Kg. Solamente Russia e Iraq, tra i primi importatori, richiedono un prodotto di minor prezzo, mentre sensibilmente più elevata è la quotazione media degli altri maggiori paesi, fra cui spiccano chiaramente le destinazioni asiatiche, in particolare Cina, Taiwan e Sud Corea con prezzi da 6 a 8 euro/Kg.

Attorno a 5 euro/Kg si posiziona l’import di Stati Uniti e Canada, mentre i principali importatori europei, Germania e Austria viaggiano su quotazioni di poco superiori a 3 euro/Kg.


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